22 Novembre 2024
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Redazione | VIDEO | «Quando gli appartamenti di via Olivi a Falchera furono venduti il loro stato di manutenzione era buono e non c’era necessità di sostituzione né di bonifica. Nel tempo però le condizioni di integrità sono venute meno e i condomini hanno deliberato e avviato opere di ristrutturazione. Si tratta di un normale processo di manutenzione e cura che i proprietari devono avere». Così il presidente di ATC Torino Marcello Mazzù, in risposta alle preoccupazioni e alla presa di posizione del Comitato Olivi 90 sulla rimozione dell’amianto dai tetti di Falchera (ne abbiamo scritto qui)

 

Pubblichiamo la risposta di ATC Torino al comunicato di ONA (leggi qui)

Le vendite degli appartamenti popolari di Falchera sono cominciate nei primi anni ’90 e, per la maggior parte, sono antecedenti al ’94. Nel ’92 la legge 257 ha vietato la produzione di questo materiale e il suo utilizzo nelle costruzioni mentre dal ’94 un decreto ministeriale ha stabilito i criteri di gestione dei materiali esistenti contenenti amianto disponendo l’obbligo di monitoraggi periodici degli edifici interessati.

Il monitoraggio è necessario in quanto l’amianto, in condizioni di integrità, non è fonte di rischio e non vi è necessità di intervento, mentre invece, quando l’usura nel tempo dei manufatti provoca il venir meno della integrità del materiale, sorge la possibilità di rilascio di fibre e la necessità di bonifica.

Quando gli appartamenti in questione sono stati venduti i tetti non avevano necessità di interventi di sostituzione o di bonifica. Tali coperture sono state monitorate periodicamente negli anni e, indipendentemente dalla presenza di amianto, per effetto del tempo, si è manifestata la necessità di un intervento di manutenzione straordinaria. Nel 2015 la Città di Torino ha notificato una ordinanza relativa a lavori di bonifica dei tetti. Da qui le vicende note.

Per quanto riguarda nello specifico il condominio autonomo di via Ulivi 84, 86, 88, 90 l’Agenzia è sempre stata favorevole, come condomina (per i millesimi di sua proprietà), a dare tempestiva esecuzione ai lavori disposti dall’ordinanza comunale versando la quota di sua competenza. Nel far ciò ha sempre informato debitamente la Città di Torino e la Procura della Repubblica. Nella sua contestuale posizione di amministratore condominiale ha diligentemente operato nel rispetto delle volontà dell’assemblea, che si è espressa formalmente e all’unanimità.

Nel mese di febbraio l’assemblea ha infatti approvato il progetto definitivo e il capitolato dei lavori di bonifica. Nel mese di giugno l’assemblea ha poi affidato all’unanimità i lavori alla ditta che aveva presentato l’offerta con il maggior ribasso. Tale affidamento è stato poi confermato successivamente, dopo una verifica sulla eventuale disponibilità di altre imprese a prestare condizioni economiche più favorevoli.

Il presidente di ATC Torino Marcello Mazzù risponde al Comitato Olivi 90

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