MILANO 07.02.15 Quarantadue tavoli di discussione attorno ai quali si sono riuniti cinquecento esperti da tutta Italia. È inizito così all’Hangar Bicocca il cammino della Carta di Milano: il documento conterrà principi e conclusioni dell’Expo e verrà consegnato al segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon. Primo passo, le Idee di Expo. A inaugurare i lavori il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. I dodicimila eventi già in programma -ha detto Pisapia- porteranno la città al centro del dibattito mondiale: quanto mai necessario iniziare il percorso di avvicinamento con un momento di riflessione collettiva. Presenti alla Bicocca politici e imprenditori, da Dario Franceschini a Stefania Giannini, dal fondatore di Slow Food Carlo Petrini all’inventore di Eataly Oscar Farinetti. Sul palco spazio anche gli interventi di Giancarlo Caselli e Sandro Veronesi che hanno toccato temi fondamentali come la lotta alle agromafie e il futuro delle risorse alimentari mondiali. Il presidente dell’ANCI Piero Fassino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino hanno invece evidenziato come l’Expo rappresenti un’opportunità non solo per Milano e la Lombardia, ma per l’Italia intera e il suo ricco patrimonio culturale e alimentare. In un videomessaggio il Papaha richiamato l’attenzione sulla “radice di tutti i mali: l’iniquità” che va affrontata eliminando la logica dello scarto che porta i più deboli alla lotta quotidiana per la sopravvivenza. Il pontefice ha concluso il suo intervento ricordando come ogni azione compiuta oggi dall’uomo rimanga in eredità alle generazione future. Anche l’ex presidente brasiliano Lula, in diretta video, ha posto l’accento sul tema della fame nel mondo evidenziando come «non tutti vogliano discutere riguardo la questione della fame». A chiudere i lavori Matteo Renzi: il 2015 -ha detto il presidente del Consiglio- potrà essere un anno felix per l’Italia, patria di «quelli che ci provano». L’Expo, sostiene il premier, rappresenta una grande occasione per il nostro Paese che può essere colta solamente con il contributo di tutti, per smette di essere «un paese rannicchiato nella paura».