Al Bel Paese tocca un altro record tra i meno inviadibili al mondo: la più grande discarica abusiva d’Europa, pochi chilometri a nord di Caserta. A scoprirla è stato il giornalista Salvatore Minieri che insieme a un collega fotografo ha paragonato le attuali immagini del territorio con analoghe degli anni Sessanta. Il risulltato? Colline, che prima non esistevano. E scavando in quelle colline i due giornalisti hanno notato che la terra non solo era colorata, ma addirittura cangiante.
L’area in questione si estende su 25 ettari, il sito è quello della ex Pozzi Ginori a Calvi Risorta, in provincia di Caserta e il particolare colore del terreno è dovuto ai materiali tossici sotterrati. Una tipologia di rifiuti che ha costi altissimi per lo smaltimento in sicurezza. «A Calvi Risorta il clan dei Casalesi ha interrato i rifiuti con un sistema quasi scientifico» ha dichiarato il generale della Guardia Forestale regionale, Sergio Costa. Ora occorre scavare perché i rifiuti sono stati tombati con un sistema a tappo, con interposti strati di calce,con quelli più tossici e pericolosi in profondità a molte decine di metri. Il terreno presenta variazioni di colore dovute a sostanze come il fosfato di zinco. A preoccupare è soprattutto l’anomalia magnetica, perchè segno della presenza nella fosse di metalli pesanti altamente pericolosi. Insomma un vero disastro con costi di smaltimento giganteschi, che andranno attribuiti a chi?