La coltivazione in vitro delle fibre muscolari ha una storia lunga: è stata effettuata per la prima volta nel 1971 da Russell Ross e dagli anni ’90 è resa possibile utilizzando le cellule staminali degli animali, includendo piccole quantità di tessuto.
Semplificando, la tecnica consiste nel prelevare cellule muscolari e nutrirle con proteine che aiutano la crescita del tessuto: una volta che il processo è partito la teoria dice che si può continuare a produrre carne all’infinito senza aggiungere nuove cellule da un organismo vivente.
In condizioni ideali, due mesi di produzione di carne in vitro potrebbero generare 50 mila tonnellate di carne da 10 cellule muscolari di maiale.
«La recente approvazione della legge che vieta produzione e commercializzazione dei cibi ottenuti da colture cellulari, ha scatenato acceso un dibattito pubblico, con posizioni a volte polarizzate e sicuramente non completamente aderenti alle informazioni oggi disponibili nella letteratura scientifica e tecnica circa questo argomento». (G.Pulina)