Da Scienza in Rete Il piano pandemico è come lo spartito di un’orchestra, che non può funzionare se mancano gli strumenti. Se qualcuno pensa che un documento programmatico come la nuova bozza di piano di risposta a una pandemia sia un affare settoriale di chi si occupa di malattie infettive, si sbaglia. I problemi che hanno dovuto affrontare gli operatori sanitari per contrastare la pandemia sono problemi sistemici, trasversali a tutte le aree della salute e come tali dovrebbero essere affrontati e risolti a livello centrale in un piano che si definisce strategico e operativo. La mancanza di interoperabilità dei sistemi informativi, a livello sia locale sia nazionale, è stata per esempio un enorme problema. Per non parlare della necessità, per chi si occupa di salute della popolazione, di avere accesso tempestivo anche ad altre informazioni che viaggiano al di fuori del sistema sanitario. Ma il nodo da sciogliere più grande di tutti è quello dei vincoli (veri o falsi) posti dalle norme sulla confidenzialità dei dati, GPDR, il regolamento generale sulla protezione dei dati personali. L’epidemiologa Stefania Salmaso commenta su Scienza in rete la bozza di “Piano strategico operativo di preparazione e risposta a una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2024-2028”. Un corposo documento (226 pagine) che ha il merito di enunciare molti principi e avere menzionato i molti documenti nazionali e internazionali riguardo a che cosa si dovrebbe fare per prepararsi e reagire a un evento pandemico, ma non risponde alla domanda iniziale su che cosa abbiamo imparato e su cosa ha ostacolato una risposta efficace e tempestiva, né delinea una strategia con cui questi ostacoli debbano essere rimossi.Lascia un commento |