24 Novembre 2024
Cop28 si riunisce a Dubai per fare il punto della situazione sul clima e su possibili nuove strategie.
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ALICE RUSSO

Dal 30 novembre al 12 dicembre si terrà a Dubai COP28, la conferenza delle parti della convenzione che ha il compito ogni anno di chiamare i Paesi membri delle Nazioni unite (198 Paesi) per parlare di cambiamento climatico e delle nuove strategie da attuare per ridurre le emissioni inquinanti e usare le energie rinnovabili.

Hanno aderito 200 nazioni e crea già dibattito il luogo in cui si terrà l’evento. Alcuni ritengono sia ingiusto ospitare tale iniziativa a Dubai, uno dei maggiori Paesi esportatori di petrolio e gas, mentre per altri è necessario inserire nella lotta al cambiamento climatico, anche coloro che ne sono maggiormente responsabili. Cina, America e India devono ancora confermare la loro presenza a questa edizione, alla quale partecipano ONG ambientaliste, imprese e leader di molti Paesi.                   

 Gli obbiettivi in agenda sono molti e fra questi si discuterà di: combustibili fossili, regole per poter usare meglio il carbone, l’uso di materie plastiche e i vari investimenti che dovranno affrontare i Paesi emergenti per sfruttare meglio le energie rinnovabili e soddisfare meglio i loro impegni sul clima. I Paesi latino-americani investiranno circa 150 miliardi di dollari entro il 2030 e secondo il capo dell’AIE: “L’America Latina e i Caraibi possono giocare un ruolo enorme nella nuova economia energetica globale”.

Durante le passate assemblee, sono stati stipulati degli accordi importanti, come l’accordo di Parigi 2015, che prevede di ridurre i gas inquinanti e creare, entro il 2050, una società e un’economia ad impatto zero.

Molti Paesi si stanno mobilitando per sensibilizzare grandi produttori e leader aziendali come Microsoft all’uso di risorse rinnovabili. Il Regno Unito paga di più le aziende che sviluppano energia eolica e gli Stati Uniti lavorano sull’energia solare e su impianti di rimozione del carbonio da trasformare in prodotti utili come il cemento, perché i cambiamenti climatici sono tangibili e rilevanti in moltissimi luoghi.  

C’è siccità in Iran, in Medio Oriente, nel canale di Panama e secondo Sim Tshabalala il CEO di Standard bank: “All’Africa servono più risorse per preparare a livello tecnico e commerciale moltissimi progetti e c’è bisogno di moltissime finanze per poter produrre e andare avanti a lavorare sulle energie rinnovabili”.

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