22 Novembre 2024

2023_02_09 inaugurazione della mostra fotografica La lunga notte di Sarajevo. Nella foto l'autore della mostra Paolo Siccardi

Jacopo Bianchi | Trenta fotografie, in bianco e nero, che in un crescendo di emozioni fanno rivivere il dramma di Serajevo e dei suoi 1425 giorni di assedio. A raccontare la quotidianità di quella guerra l'obiettivo di Paolo Siccardi
Share

Jacopo Bianchi

Trenta fotografie, in bianco e nero, che in un crescendo di emozioni fanno rivivere il dramma di Serajevo e dei suoi 1425 giorni di assedio. A raccontare la quotidianità di quella guerra e di quella «lunga notte» sono i visi, le espressioni e i gesti delle donne, degli uomini e dei tanti bambini e ragazzi che l’obiettivo di Paolo Siccardi ha saputo fermare in attimi senza tempo, che – a trent’anni di distanza – ancora sanno rendere l’immediatezza del momento.

Siccardi, fotoreporter torinese che proprio a Torino ha iniziato la sua carriera professionale fotografando le lotte operaie degli Anni Settanta, ha raccontato l’Afghanistan, il Nicaragua, l’Iraq, l’Africa equatoriale. E con i Balcani ha da sempre uno speciale rapporto che va oltre l’interesse professionale.

Lo testimoniano i dieci viaggi che lo hanno portato a fotografare negli anni della dissoluzione della Jugoslavia la Slovenia, la Croazia, la Bosnia, la Macedonia. Sempre a cogliere disperazione e speranza di una quotidianità sconvolta dall’assurda e cieca violenza della guerra.

Proprio come a Serajevo, città-martire che sa però anche regalare messaggi di speranza. «In quella guerra – ha detto Paolo Siccardi a Famiglia Cristiana (periodico con il quale oggi attivamente collabora) – nonostante tutto la vita quotidiana, pur sconvolta, andava avanti. I bambini cercavano di andare a scuola, anche se gli edifici erano distrutti. E la gente si ingegnava per sopravvivere».

Ecco così che vicino alla fotografia di un cecchino appostato dietro una finestra o del parlamento bosniaco ridotto in macerie ci sono bambini che giocano tra le lamiere di un tram dilaniato dalle bombe o che si fanno trascinare sulla neve aggrappati a un blindato delle Nazioni Unite. E lo sguardo intenso di un neonato, che non capisce quello che capita intorno ma che ha solo tanta voglia di vivere.

«La lunga notte di Sarajevo» è a Torino fino al 19 marzo al Mastio della Cittadella.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *