di Alessandro Gimona Pubblicato il 11/12/2022 su Scienza in Rete
Riusciremo a stabilizzare il riscaldamento medio globale a 1,5°C? La missione è ormai quasi impossibile, ma non per questo bisogna demordere, perché ogni frazione di grado in più comporterà conseguenze nefaste per noi e l’ambiente.
C’è però chi questo obiettivo se l’è già messo dietro alle spalle, convinto che le emissioni che non siamo riusciti a evitare potranno essere compensate con tecnologie quali la cattura e il sequestro del carbonio, con l’uso delle biomasse (BECCS), oppure con le cosiddette “soluzioni basate sulla natura” (forestazione, ripristino degli ecosistemi, ecc.), volte ad aumentare l’assorbimento di carbonio da parte dei suoli. Ma si tratta di una pericolosa illusione: le tecnologie “a emissioni negative”, infatti, sono ancora in fase di studio, e se anche si rivelassero efficaci necessiterebbero di grandi quantità di energia per farle funzionare.
Mentre la ri-naturalizzazione dei suoli entra in competizione con altre necessità, come la sicurezza alimentare, e non può garantire l’assorbimento del carbonio al di sopra di una certa quota oltre quella già assicurata dai suoli. L’illusione di compensare le emissioni che non siamo capaci di ridurre la si potrebbe chiamare Greenwishing, una variante del più sfacciato Greenwashing. Ecco come ce lo racconta il ricercatore Alessandro Gimona.
Immagine di Olena Sergienko on Unsplash. Traduzione dall’inglese di Luca Carra.