di Ilenia Gelo
Com’è cambiata la figura del medico sportivo? Di questo medico che non è più soltanto un medico dello sport ma anche dell’esercizio fisico? Ce lo dice Ezio Ghigo, endocrinologo e Direttore della Struttura Complessa a Direzione Universitaria di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo di Torino, in una nuova puntata di Antropos-ViverSano.
«La figura del medico dello sport è stata vissuta da molti come la figura del medico che rilasciava il certificato d’idoneità sportiva. Rimane il medico dei sani, di quelli che fanno sport, ma anche il medico per chi non è sano ma che dell’esercizio fisico ha comunque bisogno.»
Rispetto al passato, il numero di aspiranti medici sportivi è aumentato. Forse proprio perché questa figura ha oggi maggiori opportunità, sia nel pubblico che nel privato. E non più, quindi, solo all’interno di squadre sportive.
Ma perché il medico sportivo è una figura tanto importante? Spiega Ezio Ghigo:
«Cogliere delle anomalie, delle stranezze in presunti sani che devono essere abilitati allo sport è un ambito di grande responsabilità.»
L’esercizio fisico è un farmaco, e, come tutti i farmaci, va prescritto.
Come tutti i farmaci, va dosato. Perché non esiste esercizio che vada bene per tutti e non esistono caratteristiche fisiche tutte uguali. Ogni persona è a sé. E ogni prescrizione è diversa.
Impostare un programma di esercizio fisico sbagliato, infatti, aumenterebbe la possibilità di contrarre infortuni. A tal proposito, Ghigo racconta di come, un tempo, durante le corse stracittadine, tutti corressero con entusiasmo. Mentre il medico sapeva. Mentre il medico sapeva quanti pazienti con problemi cardiovascolari avrebbe poi dovuto affrontare.
Uso di ormoni nel mondo dello sport
Non di rado il giovane atleta aspira al professionismo, consapevole dei limiti, dei traguardi, delle predisposizioni dasuperare. In casi come questi, una realtà tristemente diffusa è la somministrazione di sostanze dopanti. Si assiste a un uso scriteriato di ormoni della crescita; di androgeni, steroidi. Tali sostanze, oltre ad avere gravi ripercussioni sulle capacità riproduttive, aumentano il rischio di malattie cardiovascolari:
«Un ventaglio di rischi per la sicurezza che non può essere sottovalutato anche se spesso lo è».
«Molti anni fa» rammenta Ghigo, «noi eravamo ragazzi e il ciclista Simpson morì facendo una salita in Francia durante il Tour de France.»
Un fatto che si presenta da solo.
Se uno sportivo come Simpson non è stato in grado di tollerare quella quantità di sostanze, che possibilità avrebbero persone meno allenate?
«Gli unici veri ormoni che possono svolgere un ruolo anabolizzante e migliorare le prestazioni sono gli steroidi anabolizzanti. Eppure, vengono usati psicostimolanti, ormoni della crescita, anfetamine.» Eppure, molti sportivi preferiscono costruirsi addosso una muscolatura che non è la loro.
Una muscolatura che, alla lunga, li consuma.
Altro grande business sportivo è sicuramente quello degli integratori. Ma quanto è concreto il loro utilizzo?
«Il mercato degli integratori è prima di tutto un enorme business e poi un atto di fede» chiarisce Ghigo. «La verità è che i principi metabolici sono gli stessi da sempre. Il carburante principale è lo zucchero, e un’alimentazione curata e pensata per il tipo di sport che si deve fare è importante.»
Concludendo, negli integratori sportivi c’è di tutto e di più.
Ci sono le vitamine.
Ci sono i minerali.
Ma l’evidenza scientifica, purtroppo, non c’è.
Per rivedere la puntata di domenica 27 marzo e conoscere gli ulteriori approfondimenti sul tema, si rimanda a Telecupole.
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