Alessandra Ferrara
Le dimensioni dell’amore non sono misurabili per via delle infinite forme, quindi manifestazioni, in cui il sentimento si declina.
L’amicizia è, forse, la sua rappresentazione più semplice ed elevata: nasce tra i banchi di scuola, davanti ad un caffè, in coda alla cassa di un supermercato. Insomma ovunque due individui intuiscono la condivisione di argomenti, idee, passioni trovando così quell’affinità che sancisce di fatto il suo inizio. È straordinario come tutto ciò accada quasi istantaneamente ed inconsapevolmente.
Il teorema dell’amicizia
L’ultimo romanzo della scrittrice italiana Silvia Avallone dal titolo “Un’amicizia” esplora, infatti, il tema amicizia attraverso la vicenda delle protagoniste Beatrice ed Elisa la diva e la secchiona, la vincente e l’invisibile. Due liceali che trasformano le loro fragilità, la loro solitudine in potenza.
Non avevamo nessuno ad accompagnarci, noi, ci bastavamo a vicenda. Eravamo orfane e ci eravamo adottate.
Trovare un amico non è così prevedibile ed immediato. Quando piomba, come un asteroide, sul nostro pianeta lo stravolge, lo rende vincete: un successo senza eguali che riserba continue sorprese. Anche la peggiore e devastante delle delusioni.
Enunciato: se l’amicizia tra A e B è eterna, allora non si rompe
Il primo incontro tra Beatrice ed Elisa è puramente casuale, la notte di un Ferragosto: l’una silenziosamente conosce il segreto dell’altra. Segreto che solo gli avvenimenti futuri riveleranno tra risate, delusioni, odio e amore. L’amicizia diventa allora una promessa, un volersi bene gratuito.
«Come ti chiami?» le domandai, più per trattenerla che per sapere. «Beatrice, tu?» «Elisa». «Ci ritroveremo, Elisa, te lo prometto».
Ipotesi: A e B sono buoni amici
Il rapporto tra Elisa e Beatrice cresce con loro, accompagnandole durante tutto il periodo dell’adolescenza: scoprono insieme i primi amori, il vuoto generato dall’abbandono e dalla morte, la spensieratezza dei giri in motorino, l’incertezza di non avere alcun obiettivo, l’ebrezza del rischio.
«Non mi opposi. Mi tolsi i pantaloni di Biella, li lasciai sul pavimento, infilai i jeans. La metamorfosi avvenne. Beatrice annuì. Lei era Frankenstein, io la creatura»
L’amicizia è accettare l’altro, ammettere che abbia commesso un errore, è ascoltare, agire, asciugare qualunque tipo di lacrima, in una perfetta corrispondenza biunivoca.
Tesi: A e B saranno amici per sempre
L’essere inseparabili diventa una caratteristica dell’essere amici. Da qui nasce l’esigenza di affermare che l’amicizia non conosce limiti spazio-temporali.
«Giura. Se mi tradirai, ti odierò per tutta la vita». Lei sorrise. «Non ne saresti capace»
Beatrice, infatti, diventa la sorella che Elisa non ha mai avuto, il suo porto sicuro, il suo tutto, ignorando di essere il suo più grande ostacolo. Forse, neanche, Beatrice ne era pienamente consapevole.
Dimostrazione per assurdo: A e B cessano il rapporto di amicizia
Per Elisa e Beatrice arriva l’anno dell’università. Condividono lo stesso appartamento, insieme a Lorenzo, fidanzato di Elisa. Entrambe sono alla ricerca di sé stesse, di chi vorrebbero diventare: Elisa trova e percorre subito la sua strada, frequentando la facoltà di Lettere. Beatrice fatica, si sente come un animale in cattività. Arriva, infatti, il momento della “scissione”, definito così dall’autrice stessa.
«Eri la mia migliore amica, Elisa. Più di una sorella, più di una famiglia. Eri me». «Lo sono, lo sarò sempre!» «No» scosse la testa, «questa convivenza a tre è stata una tua idea, una pessima idea. Non te la perdonerò mai»
L’unicità assoluta sottintesa dal comparativo migliore, nel definire un amico, però, tende a dividere gli individui quando non esiste un termine di paragone. Il perimetro è talmente stretto che il volersi bene soffoca al punto da allontanare, da rompere l’eternità del sentimento, da deludere profondamente.
Conclusione: l’amicizia è eterna
Perdere un amico è una ferita profonda, per la quale non esistono punti di sutura tali da rimarginarla: frantuma il cuore, è un dolore lancinante che non abbandona l’esistenza dell’uomo.
Elisa, ora, insegna all’università, è madre di Valentino. Ha pochi amici. Non ha dimenticato Beatrice.
Beatrice è una delle donne più influenti, criticate e famose sulla faccia della Terra: il suo volto ricopre tutte le copertine di giornali e tv. Non ha dimenticato Elisa.
Si incontrano dopo anni, come fossero due sconosciute che in realtà si conoscono da sempre. Si perdonano. Ecco che trovano la chiave che renderà eterna la loro amicizia: il perdono.
«Non credo, infatti, che quella tra me e Bea sia stata l’amicizia. Determinata, che doveva essere per forza quella e non un’altra»
Perdersi e ritrovarsi, chiedere scusa, riconoscere di aver sbagliato, riconciliarsi rende l’amicizia il fallimento ed il successo più grande ed importante che un essere umano possa provare.
Un’amicizia fiorisce rigogliosa come le margherite a primavera, sentendo anche il bisogno di appassire per rinascere più forte di prima. Noi siamo solo i giardinieri con il dovere di prendercene cura.