Raccogliamo l’invito della Associazione Ecologista e diamo visibilità al suo appello |
Ciao ,dormiresti con una bomba sotto al cuscino? Sono certa di no. O forse sì, se non sai nulla. Nel nord est del nostro Paese, precisamente nelle basi militari di Ghedi e Aviano, sono custodite circa 40 bombe nucleari americane. 40. E in caso di incidente, è proprio il Ministero della Difesa a stimare che le persone raggiunte dal fungo radioattivo potrebbero essere fino a 10 milioni. Anche tu.Perché non ne sapevi nulla? Perché tutto ciò che riguarda la custodia di queste bombe è tenuto rigorosamente segreto dai nostri Governi, consapevoli che la maggior parte degli italiani è ormai contrario all’uso delle armi nucleari. Anche se fortunatamente non abbiamo ancora pagato i danni di un disastro nucleare, per la custodia di queste bombe stiamo già pagando un prezzo molto alto. Con la nostra Unità Investigativa siamo andati a fondo di questa vicenda e abbiamo rivelato il prezzo nascosto della custodia delle armi nucleari nel nostro paese: circa 100 milioni l’anno*, che corrispondono a circa 5.000 ventilatori o 4.500 letti di terapia intensiva. Che senso ha continuare a spendere centinaia di milioni in attività inquinanti e pericolose proprio ora, che abbiamo un bisogno disperato di investimenti in lavoro, salute e ambiente? Con la nostra campagna #Restart, lo stiamo chiedendo al Governo Italiano. UNISCITI A NOI. Paghiamo centinaia di milioni per conservare le bombe nucleariBASTA FONDI PER ATTIVITÀ DISTRUTTIVE E INQUINANTIPriorità a lavoro, salute e ambiente per la ripresa! FIRMA LA PETIZIONEOgni anno il nostro Paese spende quasi 6 miliardi per acquistare portaerei, F-35, elicotteri, missili. E non basta: nell’ipotesi che l’Italia assegni 20 velivoli F-35 ai compiti nucleari, il costo per l’acquisto e l’utilizzo dei nuovi cacciabombardieri lieviterebbe a circa 10 miliardi di euro per i prossimi 30 anni. È così, accrescendo di anno in anno il proprio arsenale, che gli Stati pensano di difendersi da ipotetiche guerre e invasioni. È stato un virus, invece, a distruggere il nostro sistema economico e sociale: perché mancano infermieri, insegnanti, operatori sociali e infrastrutture per garantire a tutti di vivere davvero in sicurezza. Proprio in queste settimane, il nostro Governo sta discutendo i piani di investimenti per la ripartenza. Ecco perché il momento di farsi sentire è ora. La sfida è non ripetere gli errori del passato. Il mondo prima della pandemia era già “malato” di inquinamento, allevamenti intensivi, deforestazione. E ci siamo trovati impreparati di fronte alla pandemia che lo ha sconvolto.Ora al Governo Italiano chiediamo: avete il coraggio di fare le scelte necessarie e non più rimandabili, per consegnare alle future generazioni un Paese più sicuro, verde e pacifico? Abbiamo già raccolto 80.000 firme, aiutaci ad arrivare a 100.000 entro la prossima settimana: Il momento di ripartire sta per arrivare davvero! FIRMA ORA.Grazie per il tuo impegno, Chiara Campione Responsabile dell’Unità Business e ConsumiGreenpeace Italia *L’osservatorio Milex, insieme ad altre fonti anonime e ai dati del Ministero della Difesa, ci hanno permesso di realizzare questa indagine che puoi leggere per intero sul nostro sito. Informati e agisci! Firma la petizione. Non accettiamo un centesimo da parte di governi, partiti politici, aziende. Quello che facciamo è possibile solo grazie al contributo delle persone,come te. DONA ORA |