Carlotta Viara |
Tra i fenomeni collaterali al protrarsi dello stato di emergenza si osserva l’adeguamento del galateo tradizionale alle mutate circostanze.
Sembrava inizialmente trattarsi di un regime transitorio (improntato sul triplice asse: distanziamento – lavaggio mani – mascherina) e che sarebbe bastata qualche temporanea “aggiustata” alle nostre radicate abitudini di gente del sud (no baci no abbracci).
Con il perdurare della pandemia, però, appare sempre più evidente che ci vorrebbe un novello Monsignor Della Casa per riscrivere il manuale: “Bon ton‘decostumi ai tempi del coronavirus”.
Vediamo nel dettaglio cosa cambia nei tre “pilastri” delle belle maniere.
Saluti & Presentazioni
Nell’imbattersi in qualcuno di conosciuto, archiviati gli affettuosi slanci, è invalsa la prassi del “contatto tra gomiti”; dal cheek to cheek all’elbow to elbow: piuttosto castrante per noi, popoli latini, che, nelle relazioni sociali, siamo geneticamente predisposti alla fisicità.
Approccio “sportivo”, che presuppone un alto tasso di confidenzialità e richiama atmosfere da giovani commilitoni, adatto ai signori uomini; bocciato per le donne di ogni età, le quali sopperiranno con un più elegante cenno del capo in segno di saluto.
Il tutto rigorosamente accompagnato dal sorriso, che, seppur mortificato dalla mascherina, “si intuisce” dallo sguardo e si conferma, a prescindere dal genere d’appartenenza, il migliore biglietto da visita.
E nelle presentazioni ufficiali tra illustri sconosciuti?
Niente gesto riflesso della classica “stretta”; in sua vece: generalità ben scandite, occhiata d’intesa e frase di rammarico per il palliativo … che mai eguaglierà la potenza plastica di due mani che si congiungono.
In alternativa, un ascetico namaste mutuato dal vicino Oriente (che fa tanto spiritual-chic) potrebbe essere un’idea originale per “sciogliere” l’iniziale imbarazzo e ben predisporre l’interlocutore al dialogo.
Abbigliamento
Se la contingenza ha inciso marginalmente sul dress code (per quanto tute e pigiami abbiano soppiantato cravatte nere e négligées), lo stesso non può dirsi per i trucchi ed i belletti femminili.
Un supplizio: l’amato rossetto perde terreno per l’effetto dissuasivo dell’obbligo mascherina.
Risalto dunque agli occhi, preziosi sostituti delle parole, spesso fraintese perché “ovattate” dal predetto “filtro dpi”.
Ottime probabilità che i guanti s’impongano quale must-have della stagione moda autunno/inverno 2020-2021: la rivalutazione di un accessorio di gran classe, fedele compagno di passeggiate ed eventi mondani dei nostri bisnonni.
A tavola (con gli invitati)
In occasione delle cene/feste mangerecce private, l’etiquette può riassumersi in: “al bando la promiscuità tra i commensali”.
Nell’allestimento – condizioni atmosferiche permettendo – la padrona di casa prediligerà ambienti aperti (giardino, terrazzo) o, comunque, soluzioni logistiche di ampio respiro.
Riguardo al menu, tra le mille accortezze nella ripartizione di pane e companatico, trionferanno (dall’antipasto al dolce) le monoporzioni già “impiattate”, capolavori di cesellatura che “dribblano” l’inconveniente dell’attingere dallo stesso vassoio di portata.
Infine, i selezionatissimi ospiti (ridotti drasticamente nel numero a garanzia di un maggior spazio pro capite), contribuiranno, con un pizzico di buon senso, alla felice riuscita del party.
Perché, in fondo, il senso del galateo è proprio questo: sapere stare al mondo con rispetto e stile.