Edmondo Bertaina
Cambiano i poli di attrazione nell’ambito politico. Come specchi in grado di riflettere con miglior precisione un tipo di società, si definiscono e crescono, partiti che riescono ad interpretare i problemi e ipotizzare soluzioni con una lingua in grado di sintonizzarsi con il momento storico.
E’ il caso di Azione, il partito fondato da Carlo Calenda e Matteo Richetti, che rivendica le proprie radici culturali e politiche nel liberalismo sociale e del popolarismo di Luigi Sturzo.
La componente liberista è sicuramente quella che ha maggiormente influito nella scelta del deputato ed ex ministro piemontese Enrico Costa a lasciare Forza Italia, dove era responsabile Giustizia del partito, per confluire nella compagine di Azione nata a novembre del 2019.
Abbiamo raggiunto telefonicamente l’On. Enrico Costa per rivolgergli qualche domanda.
Ritiene che la proposta politica di Azione sia un’occasione di rinnovare lo scenario esistente?
Si, certamente. E’ una novità, ma soprattutto offre a chi è e resta un liberale convinto come me un luogo per esprimere i propri principi. Le tensioni contrapposte tra sovranismo populista o ‘appoggio’ all’attuale governo, rendono necessaria una posizione diversa. Azione permette una veduta più ampia, non elitaria e a difesa del cittadino.
Cita la difesa del cittadino, secondo lei la questione giustizia in Italia è un problema formale o culturale ?
Prettamente culturale. Quando una conferenza stampa di un pubblico ministero diviene sentenza, è tutto dettto il rapporto tra magistratura e media. Vanno ribadite le condizioni della presunzione di colpevolezza la possibilità di difendersi. La giustizia rappresenta le fondamenta dello Stato liberale, ed è fondamentale che la giustizia sia giusta, che un processo abbia un capo e una coda. Ci vogliono certezza della pena e una sentenza dopo un processo giusto.
Il Piemonte potrebbe essere una buona locomotiva per Azione ?
Probabilmente si. I segnali che mi sono arrivati in queste prime 24 ore sono molto positivi e incoraggianti. La nostra regione viene sempre osservata con attenzione.
Immagina che la sua scelta avrà un forte seguito ?
Presto per dirlo, vedremo cosa succede. Credo che sia un’opportunità per chi si riconoce nei principi liberali.
Nel panorama delle grandi figure che rappresentano il mondo liberale a chi si sente più vicino?
A mio padre, Raffaele Costa che per me è un modello e un esempio imprescindibile.