25 Novembre 2024
Aurora Maselli | Dal Cura Italia al Decreto Maggio, come il governo prova a fronteggiare la crisi e a sostenere famiglie e imprese
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Aurora Maselli

Il 2020 per l’Italia è iniziato nei peggiori dei modi, travolta dalla pandemia di COVID-19 che come un fiume in piena si è lasciato dietro migliaia di morti. Oggi si contano circa 28.236 decessi e 207.000 malati confermati.

Quattro mesi difficili

In Italia le prime manifestazioni epidemiche sono iniziate il 31 gennaio quando a Roma due turisti provenienti dalla Cina sono risultati positivi. Il 21 febbraio un focolaio di infezioni è stato rilevato in Lombardia, a Codogno: data la situazione abbastanza grave il ministro della Salute ha ordinato la quarantena obbligatoria per chi fosse stato a contatto con persone positive per infezione virale. Il virus non ha dato cenno di volersi fermare e il 4 marzo il governo ha annunciato la sospensione delle attività didattiche in tutte le scuole e università. L’11 marzo è stata la volta del “Decreto #IoRestoaCasa”che prevedeva la sospensione delle comuni attività commerciali e dei servizi di ristorazioni, con divieto di assembramenti di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Più passavano i giorni e più l’Italia si trasformava in un luogo silenzioso e deserto caratterizzato da nuove regole che portavano disoccupazione, malcontento e preoccupazione su come riuscire a pagare l’affitto, le bollette e i dipendenti La stangata finale è arrivata il 21 marzo quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la chiusura di tutte le attività non ritenute necessarie per la filiera produttiva.

Un’Italia divisa in tre parti

Una decisione che ha spaccato l’Italia del lavoro in tre parti: chi ha continuato a lavorare grazie allo smart working e a percepire lo stesso stipendio; chi è stato messo in cassa integrazione e chi ha perso il lavoro a causa della chiusura dell’azienda.

Dal giorno alla notte milioni di italiani si sono ritrovati senza un lavoro e uno stipendio ma con mille domande su come avrebbero potuto pagare le spese future. Come si è comportato il Governo? Che misure son state messe in atto per aiutare i disoccupati?

Il Decreto “Cura Italia” ha introdotto un’indennità ma solo per determinate categorie di lavoratori, dagli autonomi titolari di partita IVA ai collaboratori coordinati e continuativi, dagli artigiani ai lavoratori stagionali.

Nel mese di aprile si sono visti arrivare sul loro conto corrente dall’INPS 600 euro. Bisogna precisare che, ad oggi 2 maggio, non tutte le domande sono state accolte e molte persone che avevano fatto richiesta stanno ancora aspettando una risposta. Per coloro però che hanno già ricevuto il bonifico ad aprile, verrà prolungato questo aiuto anche a maggio 2020 ricevendo non più 600 euro ma molto probabilmente 800 o 1000 euro. Si attende la pubblicazione del Decreto per rendere il tutto ufficiale.

I collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla Gestione separata INPS che hanno perduto involontariamente il al momento del corona virus possono beneficiare della DIS-COLL , bonus di 600 euro, che spetta per un numero di mesi pari alla metà di quelli coperti da contribuzione dal 1 gennaio dell’anno precedente la cessazione del rapporto e la data stessa di interruzione. Molti però sono stati lasciati fuori in quanto il bonus è previsto solo per chi aveva un rapporto di lavoro attivo al 23 febbraio 2020.

Coloro che non rientrano nelle precedenti due categorie ma che hanno comunque perso il lavoro a seguito della situazione di crisi, possono inoltrare la richiesta per il Reddito di cittadinanza, a patto che dimostrino di possedere un ISEE non superiore a 9.360 euro annui, un patrimonio immobiliare non superiore i 30.000 euro, risparmi fino a 6.000 euro e un reddito famigliare inferiore a 6.000 euro.

Aiuti ma non per tutti

Esistono però ancora tante altre tipologie di disoccupati che non hanno ricevuto ad oggi ancora nessun aiuto dal Governo e che si ritrovano così a combattere con un conto bancario vuoto e nessuna entrata monetaria mensile. Molti in affitto hanno deciso di chiedere ai proprietari di casa una riduzione del canone mensile finché non riusciranno a ritrovare un lavoro e pagare così l’intera somma. Altri hanno terminato il contratto di affitto e sono tornati a casa consapevoli che il costo totale di bollette e spese varie per un periodo troppo lungo sarebbe stato troppo alto. Altri ancora sono disoccupati ma domiciliati fuori dal comune di residenza quindi impossibilitati di percepire reddito di residenza o qualunque altro tipo di aiuto.

I disoccupati pre corona virus si sono visti tagliare ogni possibilità di trovare lavoro e si sono ritrovati così con le spalle al muro. A quest’ultimi sono state tagliate le gambe proprio in un momento molto critico, speranzosi di iniziare la loro carriera lavorativa.

I disoccupati pre-Coronavirus

L’emergenza sanitaria si è trasformata in emergenza lavorativa ed economica. Il Decreto Italia ha emesso misure per fronteggiare la grave situazione, ma tra gli assenti del provvedimento ci sono proprio i disoccupati pre corona virus e disoccupati che hanno finito o stanno per terminare il periodo di godimento della Naspi che spetta per un numero di settimane corrispondenti alla metà delle settimane contributive risultanti negli ultimi quattro anni.

Chi si è visto terminare la Naspi a fine febbraio o inizio marzo ma non ha ancora ricevuto nessun aiuto economico dallo stato come può fronteggiare le varie spese? Come può riuscire a dormire tranquillo senza vivere in un perenne stato di ansia e disagio?

La ricerca di lavoro e la partecipazione alle iniziative di orientamento dei centri per l’impiego è uno degli aiuti previsti dalla legge per i disoccupati, ma l’intero sistema finalizzato al reinserimento occupazionale si è fermato. Allungare la durata della Naspi, questa è la richiesta che arriva dai disoccupati e che probabilmente, per loro fortuna, verrà accolta come si evince dal nuovo Decreto Maggio che prevede l’estensione della Naspi di altri due mesi per tutti coloro la cui indennità di disoccupazione è terminata nel periodo compreso tra il 1 febbraio 2020 e il 30 aprile 2020.

Data la tragica situazione infatti il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha prefissato l’approvazione del Decreto Maggio per la prossima settimana, momento davvero atteso da tutti colori che si trovano in situazioni economiche difficili e attendono di ricevere maggiori informazioni inerenti gli aiuti che verranno messi a disposizione.

Il Decreto Maggio 2020

Cosa dovrebbe essere questo Decreto Maggio e come cercherà di migliorare la situazione dei disoccupati? La bozza prevede tantissime misure a sostegno delle famiglie, lavoratori autonomi e imprese. Prima di tutto la cassa integrazione ordinaria per Covid-19 sarà di massimo 18 settimane; cambiano i requisiti reddituali e patrimoniali inerenti alla richiesta del Reddito di cittadinanza e verrà inserito il Rem, misura di sostegno erogata per tre mesi che dovrebbe coprire tutti coloro che ancora ad oggi non hanno ricevuto nessun tipo di aiuto economico dallo stato.

Si tratterebbe di un reddito per i nuclei famigliari, 400 euro mensili che salirebbero fino a 800 euro in base al numero dei componenti della famiglia e per ottenerlo bisognerà avere la residenza italiana, un reddito mensile inferiore al reddito di emergenza e Isee sotto i 15 mila euro.

Facile comprendere però che mantenersi con soli 400 euro mensili, specialmente per una persona disoccupata, dovendo pagare affitto, bollette e spese varie diventerà un’impresa impossibile. Un aiuto economico che servirà forse per rimanere a galla ma certamente non per vivere.

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