«È l’uomo ad aver inventato i rifiuti: essi non esistono in natura». «Dobbiamo curare le cause della crisi climatica non i sintomi». «L’economia lineare è un rischio per il pianeta, dobbiamo ripensare le nostre azioni e passare all’economia circolare».
Da considerazioni come queste ha preso il via all’Envipark di Torino la quarta edizione di Climathon, la maratona climatica che quest’anno ha accolto ben 200 partecipanti.Un fiume in piena, visto e considerato che l’Italia è la prima nazione al mondo per numero di Climathon (13 città).
Sono giovani che hanno scelto di mettersi in gioco per trovare nuove soluzioni di economia circolare. Per 24 ore hanno lavorato per raggiungere un obiettivo comune: salvare il pianeta.
Divisi in gruppi in base agli interessi e bilanciati secondo le proprie capacità, i ragazzi hanno lavorato, mangiato e dormito insieme per favorire la circolazione e lo sviluppo delle idee, supportati da una squadra di tutor tra professionisti del settore, esponenti della società civile, ricercatori e studenti.
I progetti riferiscono a diverse aree tra cui il tessile, il cibo, la mobilità, l’edilizia e l’arredo, l’elettronica e, infine, il packaging. L’idea vincitrice sarà selezionata da una giuria di esperti e avrà l’occasione di concretizzarsi attraverso un periodo di consulenza supportato da aziende torinesi come I3P, Jobonobo e Fondazione Santagata.
Inoltre, l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo darà loro la possibilità di incontrare potenziali investitori per tentare un approccio al mercato.
Ad aggiudicarsi l’edizione 2019 di Climathon è stata SpazzaTuret, la proposta di un gruppo di studenti del Politecnico di Torino, di Economia e Giurisprudenza che mira a risolvere il problema dei rifiuti della mala movida torinese. Il progetto prevede la costruzione di cassonetti smart, in grado di differenziare al loro interno i rifiuti. Per chi li usa sono previsti voucher virtuali accumulabili via app e spendibili nei locali che aderiscono all’iniziativa.
La 24 ore di Climathon ha dato anche forte visibilità alle idee sostenibili già affermate sul territorio, che hanno potuto così raggiungere un pubblico nuovo. L’obiettivo di questi due giorni è sicuramente un cambiamento mentale: bisogna iniziare a pensare in modo trasformativo, domandandosi sempre quale sarà la destinazione ultima di ogni prodotto.