JB | Sono il secondo partito il Germania e in Finlandia, il terzo in Francia e Irlanda. I “Verdi” avanzano nel Nord Europa, soprattutto in Gran Bretagna e in Olanda e sono tra i vincitori delle Europee del 26 maggio, forti di ben 70 seggi a Bruxelles (+18%) che ne fanno la quarta forza all’europarlamento.
Una vera e propria “onda verde”, capace – dicono gli analisti – di intercettare il voto dei giovani e di chi vuole il cambiamento ma dentro il perimetro europeista. Preferenze sottratte ai sovranisti e ai populisti che, numeri alla mano, non sfondano e pur crescendo tradiscono le aspettative dei più oltranzisti.
Il vero e proprio miracolo i Verdi lo fanno in Germania, confermando in pieno la tendenza degli ultimi dodici mesi: 20% di consensi, più avanti della SPD e dietro solo alla CDU di Angela Merkel. Ancor meglio il risultato in Finlandia, dove sono passati dall’8 al 16%.
In Francia “les Verts” di Yannick Jadot si sono attestati al 12%, terzi dopo la Le Pen e i “marcisti” del presidente Macron. Ma il vero e proprio exploit è stato quello della “verde” Irlanda dove gli ambientalisti sono passati dall’1,6% al 15%, sfondando il muro del 20% a Dublino (primo partito).
In Italia, invece, i Verdi non riescono neanche a superare la soglia di sbarramento del 4%, fermandosi al 2,3%. Unica consolazione per il movimento degli ambientalisti italiani arriva dalla Federazione dei Verdi, che sulla sua pagina facebook ricorda che «chi è eletto con i Verdi rappresenterà tutti i Paesi» perché il partito è transnazionale, con un programma uguale in tutta Europa.
E in Europa, dai 70 deputati “green” arriveranno richieste per varare una legge europea sul clima, per imporre una riduzione delle emissione di CO2 del 55% entro il 2030, investimenti nelle ferrovie per un sistema di trasporto più sostenibile, più attenzione per l’agricoltura e per le risorse idriche.