25 Novembre 2024
Dopo l'annuncio del sindaco Chiara Appendino di candidare Torino alle Olimpiadi invernali del 2026, i cittadini e le organizzazioni contrarie all'evento hanno dato vita in città e nell'area metropolitana al CO.N.O, il Coordinamento No Olimpiadi.
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Dopo l’annuncio del sindaco Chiara Appendino di candidare Torino alle Olimpiadi invernali del 2026, i cittadini e le organizzazioni contrarie all’evento hanno dato vita in città e nell’area metropolitana al CO.N.O, il Coordinamento No Olimpiadi.

Promosso, tra gli altri, dal Comitato Salviamo il Paesaggio Torino, il coordinamento non crede all’idea di un grande evento a impatto zero, così come ipotizzato dall’amministrazione torinese. Numeri alla mano, un’Olimpiade invernale costerebbe non meno di 3 miliardi di dollari, quasi il doppio -fa sapere in un comunicato il CO.N.O- di quanto invece calcolato in Italia per Torino 2026.

Il CO.N.O giudica le Olimpiadi di Torino 2026 un grande evento, assimilabile alla costruzione di una grande opera, quale la linea TAV Torino – Lione, in cui sono più gli interessi e i benefici di tipo economico che ne derivano a chi ne gestisce la realizzazione che non il valore dal punto di vista sportivo. Un valore relegato a spettacolo di agonismo, che prescinde da ogni ricaduta sulla pratica effettiva dello sport, specialmente nelle località in cui si svolgono, dove restano solamente grandi impianti inutilizzati: costosi per le manutenzioni e destinati quindi ad essere abbandonati.

Grandi opere e grandi eventi drenano risorse alla spesa per servizi, incanalando ingenti quantitativi di denaro verso spesa improduttiva. Il costo maggiore per l’organizzazione di un grande evento è, ad esempio, quello della sicurezza, che al momento non è nemmeno quantificabile. E il contesto storico in essere non permette ipotesi low cost, in materia di sicurezza: che resta quindi un costo improduttivo, non ammortizzabile e non comprimibile.

Il Co.N.O si propone quindi di rendere evidenti e pubbliche le motivazioni della non opportunità né di fare svolgere nuove Olimpiadi invernali a Torino nel 2026 né di partecipare in alcun modo alla loro realizzazione. E ritiene non ammissibili e privi di validità confronti e discussioni che partano dal presupposto della fattibilità dell’evento.

Il Coordinamento chiede al Comune di Torino, Consiglio comunale e al Sindaco di non presentare l’autunno prossimo la candidatura al CIO e si impegna a seguire e contrastare da vicino tutte le fasi, istituzionali e non, che porteranno nei prossimi mesi alla definizione e valutazione del progetto.

Per spiegare le ragioni della sua contrarietà alla candidatura di Torino alle Olimpiade del 2026 il Coordinamento ha indetto un’assemblea pubblica sabato 5 maggio alle ore 15 in piazza Montale a Torino.

 

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