Deborah Pedone | Il suolo è un bene comune, una risorsa non rinnovabile che impiega secoli per rigenerarsi. Negli ultimi quarant’anni, in Italia, il suolo è stato consumato in maniera esponenziale e se ne è parlato quasi sempre in termini di valore economico ma mai di ecosistema. Per questo il Forum Salviamo il Paesaggio-Difendiamo i Territori, unione di associazioni e cittadini, ha realizzato una proposta di legge che tuteli il suolo e favorisca il riuso dei suoli urbanizzati, obbligando politica e istituzioni a prendere una posizione definitiva.
Il forte incremento di consumo del suolo -dicono i responsabili del Forum- è un disastro imminente e planetario. Solo a Torino, dal 2013 al 2015 si è registrato un passaggio dal 60,5 % al 65,7% di consumo di suolo, senza considerare l’impatto e le ripercussioni che questo causa sull’ambiente e sull’umanità. Una fra tutte, la forte riduzione di aree destinate all’agricoltura e quindi alla produzione di alimenti: dal 1991 al 2011 si è passati dal 92% all’80% di produzione di cibo.
Rispetto ad altri Paesi, in cui si è presa coscienza del problema, riconoscendolo prima di tutto come tale, l’Italia non ha ancora consapevolezza dei danni a lungo termine che i fenomeni della cementificazione e dello sfruttamento di suolo possono causare. La legislazione italiana non tutela il suolo, anzi, spesso favorisce chi sceglie di costruire. Usare i proventi dell’urbanizzazione per la spesa corrente, denunciano dal Forum, ha fatto sì che il processo si intensificasse, «ultilizzando il terrotorio comune come bancomat».
La proposta di legge nasce proprio da questi dati. Il 1° marzo è stata presentata contemporaneamente in due appuntamenti pubblici a Torino e a Roma. Il principio base è il divieto del consumo del suolo e il riuso dei suoli già urbanizzati. È necessario censire l’esistente e valutare il reale fabbisogno sulla base degli andamenti demografici, valutando dunque le necessità della popolazione e costruendo in aree già precedentemente sfruttate.