Gilberto Germani | Presidente ENPA Saronno | Forse non tutti sanno che 1 kg di pelliccia di visone ha un impatto sul cambiamento climatico 14 volte superiore a quello del pile. Produrre 1 kg di pelliccia di visone causa un impatto ambientale maggiore alla stessa quantità di cotone, acrilico, poliestere. Nelle varie fasi del processo di lavorazione della pelliccia animale, quella con il maggiore impatto ambientale risulta essere la fase di allevamento (dei visoni). Sono necessari 11,4 pelli di visone per produrre 1 kg di pelliccia, quindi più di 11 animali e considerato che un singolo animale necessita di circa 50 kg di cibo durante la sua breve vita, occorrono bel 563 kg di cibo per la produzione di un solo kg. di pelliccia.
Dalla tossicità per l’uomo all’impoverimento dello strato di ozono, tutti questi fattori ambientali si uniscono in un effetto disastroso: la pelliccia è risultata avere impatti da 2 a 28 volte superiori rispetto ai prodotti tessili, anche sintetici, alternativi.
Tossicità Test eco tossicologici hanno dimostrato la presenza di sostanze tossiche e cancerogene in inserti di pelliccia. Con le indagini “Toxic Fur” è stato verificato che le sostanze chimiche che sono abitualmente impiegate per la concia e il trattamento delle pellicce sono poi presenti anche sul prodotto finito immesso sul mercato. Cancerogeni e allergenici come Naftalene, Cromo esavalente, Formaldeide e Cromo trivalente assorbiti dalla pelle sono alcune delle sostanze trovate nelle componenti in pellicce animali di capi di abbigliamento per bambini.
Sai che pelliccia indossi? La formula è quella classica: meno regole, meno costi, più profitti, e così la Cina sta aumentando la produzione di abbigliamento in pelliccia. In questi anni si registra anche un notevole incremento dei consumi con la nascita di veri e propri outlet dedicati solo alla pellicce, e infatti è solo grazie all’export verso Cina, Russia e altri paesi asiatici che l’industria della pellicceria sopravvive al mercato. Le specie che più subiscono queste atroci sofferenze sono cani-procione (Murmasky), procioni, volpi, cani e gatti.
Ogni anno due milioni di cani e gatti detenuti in condizioni spaventose, alcuni di essi randagi e altri invece allevati appositamente, vengono condotti nei mercati all’ingrosso dove grandi compagnie vanno ad acquistarne le pelli. Alcune pellicce, ma soprattutto molti capi di abbigliamento con bordi in pelo (maglioni, cappotti, guanti, interni di stivali…) sono fatti con pelli di cane o di gatto. Quasi mai viene scritto nell’etichetta che si tratta di questi animali, più spesso vengono “celati” da diciture ambigue.
Per le pelli di gatto: Wildcat; Goyangi; Katzenfelle; Housecat; Mountain cat. Per le pelli di cane: Gaewolf; Sobaki; Asian jakal; Loup d’asie; Goupee; Gupi; China wolf Asian; Wolf dougues du; chine special skin, Corsar fox; Pommern wolf.
Nel 2004 gli animalisti hanno ottenuto il bando delle pelli di cani e di gatti in Italia. Il divieto è stato esteso a tutta l’Europa dal 2009.
Come riconoscere il pelo vero? Distinguere la pelliccia vera da quella sintetica è sempre più difficile: da una parte il pelo sintetico è sempre più simile a quello animale, dall’altra il pelo vero tende a venir camuffato (colorato, intrecciato, rasato) tale da sembrare finto. Vediamo le principali differenze tra quello vero e quello sintetico, tenendo presente che (a parte la prova del fuoco) si tratta di tendenze e non di regole. Fate attenzione a non fidarvi dei commessi e rivenditori, che spesso ne sanno meno di voi!
Prova del tatto. Fai scorrere il pelo tra le dita: vero è solitamente soffice e scorre tra le dita; sintetico è simile ai peluche, difficilmente scorre tra le dita.
Prova della vista. Pelo lungo: soffia sul pelo e guarda come si divide. Vero: spesso sono composti da più strati di pelo sottili, quasi arricciato, che costituisce una fitta lanugine attraverso cui spuntano i peli più lunghi. La base è di cuoio. Sintetico: in genere i peli hanno la stessa lunghezza, anche se certe pellicce sintetiche imitano il sottopelo.
Prova dello spillo. Infilate uno spillo sulla base, se è vero lo spillo è duro da infilare. Se è sintetico lo spillo penetra facilmente attraverso la base.
Prova del fuoco. Strappa alcuni peli e bruciali. Se è vero il pelo bruciacchia come i peli umani producendo lo stesso caratteristico odore. Se è falso i peli si sciolgono e hanno l’odore di plastica bruciata. Si creano palline di plastica all’estremità dure al tatto.
Se non siete sicuri al 100% che la guarnitura di un indumento sia realizzata con materiali sentitici, non la acquistate!