22 Novembre 2024
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Simone Panero | La Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati il sindaco del capoluogo piemontese Chiara Appendino, l’assessore al Bilancio Sergio Rolando e il capo di Gabinetto Paolo Giordana. I tre hanno ricevuto gli avvisi di garanzia e si sono presentati per farsi interrogare dal procuratore Marco Gianoglio. L’accusa è di falso ideologico in atto pubblico.

L’eventuale ipotesi di reato nasce da una notifica del primo bilancio della giunta pentastellata e fa riferimento ad un debito di 5 milioni di euro ereditato dall’amministrazione precedente ma cancellato nel documento contabile della città. Piero Fassino e la sua giunta avevano contratto il debito con la società Ream della Fondazione Crt, che aveva anticipato come caparra la somma in questione per assicurarsi un diritto di prelazione per un centro commerciale nell’area ex Westinghouse, vicino alla stazione Porta Susa e al Palazzo di Giustizia.

A dare la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati è stata la stessa Appendino con una nota ufficiale: «sono assolutamente serena e pronta a collaborare con la magistratura, certa di aver sempre perseguito con il massimo rigore l’interesse della città e dei torinesi. Desidero essere ascoltata il prima possibile al fine di chiarire tutti gli aspetti di una vicenda complessa relativa all’individuazione dell’esercizio di bilancio al quale imputare un debito che questa amministrazione mai ha voluto nascondere».

L’indagine, condotta dalle Fiamme Gialle, ha preso le mosse dall’esposto presentato dai capogruppo Alberto Morano (Lista Civica) e Stefano Lo Russo (PD) che hanno denunciato la presunta illegalità già a luglio. Il 22 novembre 2016 Paolo Giordana scrisse una mail alla direttrice della direzione finanze Anna Tortoni per non iscrivere nel bilancio i 5 milioni di euro: «per quanto riguarda il debito Ream, lo escluderei dal ragionamento in quanto sono aperti tavoli di confronto». Pochi giorni anche il primo cittadino scrive: «stante le trattative aperte, non è prevista la restituzione del denaro». Ciononostante il 6 dicembre il presidente della Ream Giovanni Quaglia, eletto poi presidente della Fondazione Crt, torna a richiedere la somma, un elemento che per la Procura risulta essere fondamentale e dimostrava l’assenza di trattative in corso.

L’operazione di posticipare di un anno il debito da 5 milioni risulterebbe così illegittima: l’amministrazione è già impegnata in un processo per evitare un dissesto nel bilancio. In soccorso di Chiara Appendino arrivano le parole di Luigi Di Maio, che si scaglia contro tv, giornali, partiti e dirigenti pubblici: «diffondiamo noi [Movimento 5 Stelle, ndr] le notizie e denunciamo ogni falsità dei media, abbiamo la rete e soprattutto la nostra parola di uomini e donne liberi. Dobbiamo metterci la faccia, ogni attacco è un’occasione per raccontare chi siamo».

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