22 Novembre 2024
In Piemonte i primi otto mesi del 2017 sono stati tra i più secchi degli ultimi anni, al punto che il deficit idrico è aumentato del 40%. Al Pian del Re dalla sorgente del Po non sgorga più acqua. E la situazione non migliorerà fino a primavera
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Deborah Pedone | Su una pietra ai 2020 metri del Pian del Re è stata incisa la frase Qui nasce il Po ma da molti mesi, ormai, dalla sorgente non sgorga più una goccia d’acqua. Basta arrivare sul luogo del simbolico e folkloristico rito dell’ampolla per rendersi conto che le falde sotterannee che davano vita al fiume più lungo d’Italia non contengono più accumuli di neve.

I primi otto mesi del 2017 sono stati tra i più secchi degli ultimi anni, al punto che il deficit idrico è aumentato del 40%. Con la fine dell’estate si pensava che la situazione sarebbe migliorata, che le piogge autunnali avrebbero risanato il deficit. Ma in Piemonte non piove dal 18 settembre e sono cinquanta, ad oggi, i comuni alle prese con una vera e propria crisi idrica. La massima criticità si è registrata nella zona meridionale e orientale della regione, nell’astigiano e nell’alessandrino, dove è stato necessario far ricorso alle autobotti per fronteggiare l’emergenza.

La causa della secca del fiume va ricercata nella scarsità di precipitazioni e nella modalità con cui si verificano: non ci sono più i classici temporali che colpiscono nei mesi di settembre e ottobre, bensì rari e violenti nubifragi, le cosiddette bombe d’acqua. Per rivedere l’acqua sgorgare dalla sorgente non basterà sperare in un inverno piovoso ma bisognerà attendere la prossima primavera, spiega Stefano Fenoglio, collaboratore del Parco del Monviso e docente di Ecologia fluviale all’Università del Piemonte orientale.

Una siccità che accende un secondo campanello d’allarme, quello degli incendi boschivi: in Piemonte lo scorso 10 ottobre è scattato lo stato di massima pericolosità su tutto il territorio.

L’intermittenza del corso d’acqua alpino, registrata la scorsa estate, e la successiva siccità che ha colpito il Piemonte in questi ultimi due mesi sono piccole conseguenze locali di un problema globale. La questione dei cambiamenti climatici è tanto delicata quanto sempre più attuale e il caso alpino è solo uno dei tanti che si intrecciano a confermare le preoccupazioni degli esperti.

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