JB | In Europa il 72% dell’acqua corrente sarebbe contaminato. L’allarme arriva da GreenPeace, che cita i risultati di un recente studio americano sull’acqua potabile di tutto il mondo. L’indagine è stata condotta dai ricercatori di una ong di Washington, in collaborazione con le università di New York e del Minnesota. Sui 159 campioni di acqua analizzati, ben l’89% risulta inquinato da fibre di microplastica, potenzialmente pericolose per la salute umana perché inglobano al loro interno sostanze tossiche. Se ingerite, possono finire nell’organismo e creare danni anche irreparabili.
Il record di campioni inquinati spetta proprio agli Stati Uniti, con un poco invidiabile 94%, lo stesso risultato delle acque analizzate in Libano. In India la percentuale è dell’82%. In Gran Bretagna, Germania e Francia si arriva al 72%. In Italia, spiegano dal CNR, nell’acqua è stata riscontrata la presenza di microparticelle ma non di microplastiche.
Le fibre di microplastica arrivano nelle acque direttamente dai rifiuti che inquinano i mari del pianeta: in media ogni anno finiscono in mare 8 milioni di tonnellate di plastica, l’80% del totale. Nel Mar Mediterraneo residui di plastica sono stati trovati nello stomaco di pesci, uccelli, tartarughe e cetacei. Nemmeno gli apparentemente incontaminati mari del Polo Nord sono immuni dai residui di plastica. (Lo ha raccontato a Ecograffi il giornalista Franco Borgogno). E la colpa, dicono da GreenPeace, è di uno stile di vita ormai abituato al concetto di usa-e-getta, che non sa più cosa sia il riutilizzo e il riciclo, perché preferiamo disfarci di ciò che più non è utile, soprattutto imballaggi e abbigliamenti sintetici.
Una inversione di tendenza potrebbe arrivare dall’Unione Europea, che sta lavorando a una revisione delle Direttive su rifiuti. Per questo GreenPeace ha lanciato una petizione, per chiedere al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti «di schierarsi contro l’invasione della plastica, eliminando gli imballaggi usa-e-getta e adottando misure che risolvano il problema della plastica alla fonte». (Leggi qui per saperne di più). Tre le parole d’ordine della petizione: riduci, riusa, ricicla.