La Giornata Nazionale degli Alberi, istituita dal Ministero dell’ambiente e riconosciuta con l’art. 1 della Legge 14 gennaio 2013, n. 10, si celebra ogni 21 novembre in tutta Italia. Lo scopo è promuovere la cura e la valorizzazione degli alberi e ricordare il ruolo essenziale dei boschi e del verde urbano per il nostro ecosistema.
Nel 2006 il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) lanciò la campagna “Billion Tree Campaign“, con l’obiettivo di piantare un miliardo di alberi per far fronte al riscaldamento globale e per evitare la perdita di biodiversità.
Nel 2007 il target era stato già superato. Nel 2011, quando l’Unep abbandonò il progetto per affidarne la gestione all’iniziativa Plant for the Planet, erano stati piantati 12 miliardi di alberi.
Aver superato di 11 volte il target della campagna, ritenuta inizialmente troppo ambiziosa, portò a pensare che un miliardo di alberi fosse poco ambizioso. E comunque: 11 miliardi di alberi piantati era un risultato soddisfacente? E quanta percentuale rappresentavano rispetto agli alberi del pianeta?
Fino ad allora nessuno si era posto il problema di quanti alberi abitano il pianeta.
Uno studio condotto nel 2015 da un team dell’Università di Yale, coordinato da Thomas Crowther, aveva stimato che la popolazione mondiale di alberi fosse di circa 3 mila miliardi.
Questo studio era basato sull’integrazione dati e informazioni derivanti da indagini di campo e da satelliti e dagli inventari forestali che diversi paesi producono e che la FAO provvede a raggruppare.
Per questo studio è stata fondamentale la definizione che «albero» adottata dalla FAO: una pianta perenne, legnosa, provvista di un unico fusto dominante e una chioma più o meno definita, in grado di raggiungere a maturità un’altezza di 5 metri.
Questa definizione è necessaria alla FAO per stabilire una demarcazione tra albero e arbusto e compilare statistiche utili per la definizione di strategie e politiche internazionali nei settori della selvicoltura, dell’agricoltura e dell’ambiente.
Eppure, in molti casi una pianta riconosciuta come arbusto può esibire i caratteri d’un albero in certe condizioni climatiche, pedologiche, colturali. Inoltre, molti di quelli che noi chiamiamo alberi sono classificati all’interno di famiglie botaniche che includono arbusti ed erbe, indicando che il concetto di albero non ha senso da una prospettiva tassonomica e filogenetica. L’albero non è, dunque, una categoria botanica, ma piuttosto una categoria culturale, artificiale, un concetto umano costruito su criteri visivi e cognitivi, un’astrazione in cui il naturale e l’innaturale emergono come configurazioni mutevoli di materia e significato. Per molti la parola albero evoca le immagini di organismi viventi antichi, potenti e maestosi come le querce o le sequoie.
Ogni albero sostiene la vita sul pianeta, offre riparo, cibo, acqua, legname, fibre, medicine, gomme, resine. La FAO stima che oltre un miliardo e mezzo di persone, tra cui la maggioranza dei popoli indigeni, dipendano dalle foreste per la loro sussistenza. Ogni albero assorbe anidride carbonica, contribuendo a mitigare l’effetto serra, e restituisce ossigeno all’atmosfera. Attraverso le radici e le chiome, specialmente nelle regioni montuose e collinari, gli alberi limitano l’erosione del suolo, controllano le acque meteoriche superficiali, prevengono le inondazioni, consolidano le sponde dei fiumi e dei torrenti, regolano la propagazione di parassiti e patogeni, guidano il riciclo di nutrienti come azoto e fosforo. Nei centri urbani ogni singolo albero porta benefici mitigando le isole di calore, assorbendo inquinanti gassosi, filtrando le polveri sottili. La presenza di alberi migliora il benessere psico-fisico dei cittadini e fa aumentare il valore degli immobili.
Eppure, sembra che l’importanza degli alberi per la nostra sussistenza ed esistenza non sia apprezzata dall’uomo. Dal 2000 a oggi sono andati persi oltre 200 milioni di ettari di foreste, 15 miliardi di alberi l’anno.
Dall’invenzione dell’agricoltura a oggi l’estensione della superficie coperta da alberi è stata dimezzata.
È importante ricordare questi numeri in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi.
Mentre si celebra questa giornata ciascun abitante della Terra dispone di circa 400 alberi. Ma poiché se ne perdono 15 miliardi all’anno, questo numero è destinato a diminuire: a 386 entro i prossimi dieci anni, a 260 per fine secolo.
Piegare questo declino si scontra con interessi consolidati molto forti e non è semplice.
La scienza ci dice che piantare alberi, seguendo le indicazioni giuste, non è solo una cosa esteticamente piacevole da fare. Proteggere e piantare gli alberi è anche una strategia per sopravvivere e vivere.
Il Network Nazionale della Biodiversità (NNB) di ISPRA, in collaborazione con l’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani, il 23 novembre promuove una giornata aperta al pubblico dedicata alla visita delle farnie vetuste (Quercus robur L., 1753) presenti nel bosco del “Cerquone”: un’oasi naturalistica ricca di biodiversità situata all’interno del Parco dei Castelli Romani.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della Giornata Nazionale degli Alberi e ha lo scopo di promuovere la conoscenza dei due esemplari arborei presenti nel territorio censiti e inseriti nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf). L’elenco censisce gli esemplari che si contraddistinguono per il loro valore biologico ed ecologico, sulla base dell’età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali, ma anche per l’importanza dal punto di vista storico-culturale e per la loro capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.