di Alfredo Ponissi
Torino, fin dai primi anni ’80 si è contraddistinta per un forte associazionismo tra i musicisti, associazionismo che ha sempre portato ad evoluzioni positive musicalmente parlando. Non starò qui a fare la storia del jazz a Torino che molti di voi conoscono e che comunque potrete approfondire nel bel volume di Marco Basso “Torino, la città del jazz”.
Il dato di fatto è che, con il nascere, dalla metà degli anni ’80, dei Corsi di Formazione Musicale del Comune di Torino, di quelli del Centro Jazz Torino, del PercStudio e di molte altre realtà territoriali operative nel campo della didattica del jazz e successivamente dal 2000 in poi con l’avvento dell’insegnamento del Jazz nei Conservatori Statali, anche a Torino, si è registrato un crescente numero di giovani e preparatissimi musicisti.Inoltre, dopo i fasti negli anni ’80 e fino al 2000, dei Punti Verdi, di Jazz per Torino, del Torino-Newport Jazz Festival, di Jazz a Palazzo e di altre pregevoli rassegne e manifestazioni si è approdati al Torino Jazz Festival e al TJF Piemonte.
Alla luce dunque di una crescita soprattutto numerica dei musicisti operativi sul nostro territorio, appare di vitale importanza la possibilità di avere un luogo dove gli stessi possano ritrovarsi per poter presentare progetti, farli crescere e suonarli, una casa del jazz dove poter provare e confrontarsi quotidianamente, un luogo dove poter ospitare musicisti di altri paesi o provenienti da altre città, un luogo infine dove anche il pubblico e gli appassionati possano venire per ascoltare e vivere il jazz in modo diverso dal solito.Utopia? Forse ma io credo che i tempi siano maturi.
La musica oggi nasce, cresce, si sviluppa soprattuto grazie alla collaborazione tra musicisti, tra musicisti e organizzatori, tra organizzatori e organizzatori. L’Associazione House of Jazz Torino – Piemonte nasce dunque per portare avanti quest’idea di comunità. E ci sarà bisogno dell’apporto di tutti, musicisti e appassionati. E ci sarà bisogno di far conoscere quest’idea alle istituzioni, che si convincano che in questo momento è necessario sviluppare questo progetto se si vuole che Torino continui ad essere la Città del Jazz anche per i musicisti che la abitano.