(Fonte Scienza in Rete) Nei giorni scorsi la rubrica “Data Room” di Milena Gabanelli sul Corriere della sera è stata dedicata al Ponte sullo Stretto: con una parte sugli studi scientifici sul rischio sismico che lo renderebbero un’opera azzardata. Peccato che le fonti e le argomentazioni utilizzate abbiano rivelato gravi errori e approssimazioni.
Si può pensare quello che si vuole sul Ponte, essere giustamente cauti e prendere il tempo che ci vuole prima di passare alla fase esecutiva del progetto. Ma per favore riportiamo con serietà quello che dice la scienza. Come nota Chiara Sabelli, che ha passato al vaglio le affermazioni contenute nell’articolo, i due autori portano una serie di argomenti per dimostrare che il progetto del 2011, quello da cui è ripartito il governo Meloni per riavviare la realizzazione del ponte nel 2023, e l’aggiornamento presentato a ottobre scorso dal consorzio Eurolink, incaricato di costruire il ponte, non considerano adeguatamente il rischio sismico che minaccerebbe la struttura.
Tuttavia, gli argomenti proposti da Gabanelli e Affinito sono estremamente deboli, quando non del tutto falsi. La valutazione di un’opera tanto complessa, e costosa, è necessariamente multidimensionale e Sabelli non ha l’ambizione di farne qui una esaustiva. Vuole solo sottolineare che se l’iniziativa ha dei limiti, questi non vanno cercati dove non ci sono.