da Scienza in rete
La quota di mercato delle auto elettriche sta crescendo progressivamente. Ma è questa la soluzione per rendere la mobilità più sostenibile?
Ne abbiamo parlato con Sergio Savaresi, professore presso il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano: la soluzione non è l’elettrificazione di tutto il parco veicolare oggi esistente, bensì il cambiamento del modello di mobilità, passando da moltissime auto private utilizzate poco a un modello basato sul car sharing, con poche auto molto utilizzate. Questo cambiamento è reso necessario dalle caratteristiche peculiari delle auto elettriche, in cui uno degli elementi più pesanti dal punto di vista ambientale è rappresentato dalla batteria.
La batteria di un’auto elettrica può contenere circa 8 kg di litio, 35 kg di nichel, 20 kg di manganese e 14 kg di cobalto. Dati i costi e le criticità legate all’approvvigionamento di questi metalli, è necessario utilizzare tutta la vita utile della batteria.
Una batteria a litio può essere ricaricata circa 1.500 volte: considerando una batteria con un’autonomia reale di 500 chilometri, la vita della batteria sarebbe di circa 750mila chilometri. Se però pensiamo che un’auto privata percorre circa 10mila chilometri l’anno, c’è il rischio che un’auto elettrica possa essere rottamata avendo sfruttato solo una piccola parte della vita utile della batteria.
L’intervista è di Riccardo Lo Bue.