Marzio Panichi
Un progetto dal valore encomiabile che ha sicuramente delle valenze sociali non indifferenti. Non si può però dire che sia originale perché già vent’anni fa fu presentato al Comune di Torino senza riscontro favorevole perché le risorse economiche e quelle umane non c’erano. Eppure si trattava in allora di riutilizzare, almeno in parte, i locali dell’ex Zoo al parco Michelotti. Nel momento in cui apprendo dell’iniziativa dell’Assessore Cascino mi rallegro ma mi affiora però qualche perplessità in questo momento storico di difficoltà economica globale e con la Sanità pubblica in crisi di risorse. Mi appare perciò ottimistico che si possano reperire i fondi necessari per pagare un certo numero di Medici veterinari liberi professionisti per svolgere prestazioni gratuite.
Mi chiedo dunque alcune cose e cercherò di esporle con chiarezza. Sul territorio della città e nell’immediato circondario ci sono solo alcune strutture veterinarie pubbliche delle Asl (ambulatori) che rendono servizi a pagamento per il pubblico come l’inserimento di microchip ai cani che devono essere iscritti all’Anagrafe canina o vaccinazioni antirabbiche per i cani che devono andare all’estero con il rilascio del passaporto, ma non hanno le strutture idonee per fare le sterilizzazioni o gli esami di laboratorio di base. Sempre sul territorio sono presenti altre due strutture veterinarie pubbliche: l’Istituto Zooprofilattico regionale in Via Bologna a Torino ed l’Ospedale veterinario del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino a Grugliasco. Il primo ha funzioni essenzialmente legate a diagnosi di malattie infettive del bestiame ed alle profilassi in generale, il secondo invece è una struttura didattica di formazione e tirocinio per gli studenti di veterinaria con la finalità anche di reperire casistica per la ricerca scientifica. Questo Ospedale potrebbe avere tutte le prerogative strutturali per fornire anche prestazioni mutualistiche ma dubito della sua disponibilità in quanto già oberato di compiti istituzionali ed in carenza cronica di personale docente strutturato che già deve dipendere da convenzioni con Medici veterinari liberi Professionisti per assolvere ai compiti di pronto soccorso e di servizio 24 ore su 24.
Ne deriva di conseguenza la necessità di stipulare convenzioni con strutture veterinarie private (cliniche, poliambulatori ecc) le quali dovranno essere retribuite sia pur con tariffe ridotte autorizzate dall’Ordine dei Veterinari e di disporre ovviamente di finanziamenti congrui per compensare tutte le iniziative da intraprendere per coprire il territorio.
A questo punto la domanda che mi pongo è: in questo periodo di vacche magre si reperiranno i fondi necessari? E’ evidente che il “volontariato” di alcuni Medici veterinari liberi Professionisti (L.P.) non potrà essere una soluzione definitiva così come la disponibilità di qualche Ente protezionistico a fornire prestazioni gratuite non potrà garantire una copertura totale del territorio e durevole nel tempo. Su quest’ultimo aspetto è da dire apprezzatamente che in alcuni ambulatori veterinari allestiti presso canili protezionistici vengono già svolte prestazioni gratuite che però sono prevalentemente riservate ai soci iscritti od a persone che hanno a suo tempo adottato cani di quel canile od a persone veramente in condizione disagiate.
Dunque il “Veterinario della mutua“ non potrà essere che un “L.P. convenzionato” con il proprio ambulatorio e le proprie attrezzature ma dovrà ovviamente essere retribuito: da chi e con quali fondi? Senza una copertura finanziaria congrua il progetto rischia di rimanere una chimera propagandistica come quella del passato.
Con una lieve ironia non credo proprio che la “Mutua per cani e gatti” possa rientrare nei finanziamenti del PNRR o del ventilato MES! Secondo me se Il Comune di Torino vorrà fare suo il progetto dovrà istituire di nuovo la vecchia “tassa sui cani”, magari riveduta e corretta a favore dei cani meticci senza pedigree, delle persone non abbienti, di coloro che adottano cani nei canili e non li acquistano da allevamenti. Sono molti infatti i cinofili che acquistano cani di razza anche molto costosi per farne sfoggio nei “salotti bene”. In altre parole ed in concreto; chi ha i denari per comperare cani e gatti di “sangue blu” può anche sostenere l’imposizione di una tassa di proprietà mentre coloro che appartengono alle cosi dette fasce deboli e che possiedono cani o gatti meticci potrebbero essere iscritti alla “mutua veterinaria” e fruire di prestazioni di base gratuite.