Ilenia Gelo
Il 31 marzo – in seguito al decreto-legge del 24 marzo 2022 – si è ufficialmente concluso lo stato d’emergenza. Ciononostante, anche questa settimana l’incidenza dei casi da COVID-19 si è innalzata e il tasso di occupazione dei posti letto in area medica ha continuato a preoccupare. Di fronte a tutto questo, non sono più attese nuove varianti? Cosa ci dobbiamo aspettare?
A fare due chiacchiere sull’argomento, in una nuova puntata di Antropos–ViverSano, il professor Giovanni Di Perri, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia e della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Torino:
«A parità di numeri, oggi si ricovera dieci volte meno e si muore dieci volte meno. Evidentemente, grazie alle vaccinazioni e grazie anche all’enorme immunizzazione spontanea avvenuta con l’ultima ondata Omicron, abbiamo una popolazione largamente protetta».
L’infettivologo Di Perri ricorda quanto importante sia, in questa fase, continuare a mantenere prudenza e non abbandonare la dose di richiamo, il ciclo vaccinale. Infatti, «gli ospedali sono ancora in una certa sofferenza», sostiene. L’obiettivo odierno, il punto di arrivo attuale è uno: rendere il Covid ammortizzabile senza sacrificare prevenzione oncologica e altri reparti.
«Così facendo, speriamo che, nel volgere delle cose, si possa arrivare a un equilibrio accettabile.»
Ma il Covid, rammenta il conduttore Giorgio Diaferia, nella sua drammaticità ha fatto anche emergere un sistema sanitario fortemente in crisi, che va ripensato. Cosa si può dire al riguardo?
«Non c’è dubbio», attacca Di Perri: «Noi eravamo in affanno prima del Covid, non dimentichiamolo. Venivamo da almeno 15 anni di destrutturazione del sistema sanitario e il nostro Paese è il quinto per durata della vita al mondo. Abbiamo molti anziani e, ahimè, gli anni in più di vita che abbiamo ottenuto col dopoguerra non sono fra i 20-30 anni ma fra i 75-85».
La stessa cosa non può certamente dire il continente africano, dove l’aspettativa di vita è sicuramente molto più bassa rispetto a quella italiana. In molti paesi africani, poi, l’infezione da Covid non è nemmeno fortemente diffusa. Qual è il perché di queste differenze? Ancora una volta, Di Perri:
«Non sono molti i paesi africani con un’attesa di vita superiore ai 60 anni. L’adulto in Africa è il prodotto di una selezione feroce che parte fin dall’età prenatale, con la malaria, la malnutrizione e le guerre. Quindi, in certe realtà urbane sicuramente il problema Covid si pone ma, in generale, ha un impatto molto meno importante rispetto a ciò che normalmente affligge l’Africa».
Questi sono soltanto alcuni degli argomenti toccati domenica in trasmissione. Difatti, si ringrazia il professor Di Perri per il contributo e, per saperne di più su green pass, pillole antivirali, tamponi rapidi a domicilio, vaccini rivolti agli over60 e tanto altro ancora sulla malattia che sta stravolgendo il Pianeta, si rimanda, come sempre, alla replica offerta da Telecupole.
Per il resto, Antropos-ViverSano vi aspetta ogni domenica alle 17.30 su TCP LAN15 Piemonte, SKY 824, Tv Sat 422, Liguria LCN 94, Lombardia LCN 119 con nuove puntate e curiosità.