Ilenia Gelo
Domenica 30 gennaio è andata in onda su Telecupole Piemonte, ch 15 del DgT, la nuova puntata di Antropos. Insieme a Maria Caramelli, direttrice sanitaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, e Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti Piemonte, si è discusso di peste suina africana.
La peste suina africana – da non confondere con l’influenza suina – è una malattia virale, non trasmissibile all’uomo, capace di colpire cinghiali e suini. Purtroppo, però, non esistono né vaccini né cure in grado di contenerla. Da settembre 2021 a oggi, infatti, l’Europa ha dato testimonianza del virus in corso. 91 casi registrati sui cinghiali dello Stato del Brandeburgo. E, ancora, piccoli focolai di suini domestici colpiti in Polonia, Russia e Romania.
«Ci troviamo di nuovo di fronte a un’emergenza di malattia animale» dichiara a tal proposito Caramelli. «Un disastro per l’economia e per la produzione di carne e salumi.» Il virus, difatti, non lascerebbe scampo al suino domestico. E se anche questo sopravvivesse, muterebbe in ogni caso in un portatore di malattia.
Cosa mettere in atto, dunque, per cercare di risolvere e arginare il problema? Questa è una delle domande rivolte durante la trasmissione a Roberto Moncalvo, che, a tal proposito, non ha dubbi: arginare il contagio. Circoscrivere al massimo l’area infetta, tenere sotto controllo l’area indenne e pensare al mancato reddito che percepiranno gli allevamenti. Inoltre, aggiunge Maria Caramelli, non dimenticarsi di mantenere alta anche l’attenzione e la sorveglianza veterinaria, perché «senza una buona sorveglianza veterinaria le malattie tra gli animali selvatici continueranno a proliferare».
Allevare italiano: costi e rischi del Made in Italy
Durante il corso della puntata non potevano mancare riferimenti agli allevamenti italiani. Gli allevatori, difatti, pagano il prezzo più alto di quest’emergenza sanitaria, trovandosi costretti ad abbattere i capi sani. A tal riguardo, Moncalvo traccia un quadro della situazione italiana.
L’Italia è l’unico paese in Europa con una sanità veterinaria sotto il diretto controllo del Ministero della Salute, e non dell’Agricoltura. E l’allevamento intensivo italiano, se confrontato a quello del resto del mondo, oltre a essere scrupolosamente controllato, comprende un numero limitato di animali. Mangiare italiano, dunque, vuol dire nutrirsi di un sistema di controlli.
E i sistemi di controlli hanno dei costi: «Più le etichette sono generali, meno è chiaro capire cosa si stia realmente mangiando. Per questo è fondamentale sostenere gli allevamenti italiani, che si trovano a dover far fronte a costi elevati per poi essere battuti dalla concorrenza meno cara al supermercato».
Educazione alimentare a scuola
Con i due ospiti si è anche discussa la necessità di introdurre un piano di educazione alimentare all’interno della scuola dell’obbligo. Avvicinare i bambini a queste tematiche aiuterebbe a creare individui dotati di una maggiore consapevolezza; capaci di scegliere consapevolmente cosa mangiare. Non a caso Coldiretti sta lavorando a un progetto da tredici ore scolastiche di educazione alimentare. L’educazione civica conta ma quella alimentare non è da meno, perché, se i bambini di oggi sono i consumatori di domani, è necessario che tocchino queste tematiche quanto prima.
È possibile seguire le puntate di Antropos ogni domenica, ore 17.30,su TCP LAN15 Piemonte, SKY 824, Tv Sat 422, Liguria LCN 94, Lombardia LCN 119.