21 Novembre 2024
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La crisi climatica – posta giustamente in cima all’agenda globale – non è un fenomeno a sé ma la manifestazione più clamorosa ed evidente di una crisi ecologica complessiva, che rischia di compromettere gli equilibri biologici che consentono la sopravvivenza stessa dell’umanità.

La crisi sanitaria che ci ha investito a livello altrettanto globale – calamitando in modo quasi esclusivo l’attenzione dei governi e dell’opinione pubblica – è un altro clamoroso esempio delle conseguenze derivanti dalla rottura di quei delicati equilibri. È insomma un’altra dimostrazione di quanto sia urgente agire in tempi brevi ed in modo deciso per rompere il cerchio vizioso di un modello di sviluppo iniquo, energivoro ed ecologicamente insostenibile.

Il nuovo rapporto ”Emission Gap” (il rapporto che registra gli impegni presi dalle nazioni in fatto di tagli alle emissioni di gas serra) del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) è chiaro e preoccupante: i tagli alle emissioni di gas serra sono del tutto insufficienti se si vuole tenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi, anzi, non si riuscirebbe a stare nemmeno sotto i 2 gradi come previsto dal cosiddetto piano B dell’accordo di Parigi.

Il rapporto Unep ci dice anche che con i tagli attuali di CO2 annunciati ad oggi da 120 Paesi che rappresentano circa la metà delle emissioni totali, nel 2100 la temperatura terrestre sarà salita di ben 2,7 gradi.

Per questo motivo Verdi Ambiente e Società lancia un appello affinché nel G 20 che si svolgerà a Roma questo fine settimana ci sia la volontà di dare delle indicazioni chiare perché tra pochi giorni dalla Conferenza sul clima COP26 a Glasgow si riesca a determinare delle precise scelte per contrastare in modo efficace i cambiamenti climatici, con determinazione, senza equivoci né compromessi.

È ormai palese che soluzioni tiepide e pasticciate non garantiranno affatto l’uscita dalla crisi climatica ed il superamento dei rischi ambientali globali derivanti dal mancato controllo dell’aumento della temperatura. VAS ritiene inoltre che l’indispensabile cambiamento nel modello di sviluppo – contrastando la crescita illimitata e riducendo in modo significativo i consumi di risorse naturali – comporterà conseguenze positive anche sul piano della giustizia sociale, della salute pubblica e degli equilibri geostrategici mondiali. V.A.S., pertanto, concorda con le altre organizzazioni ambientaliste nel sollecitare un cambiamento reale non più procrastinabile, per contrastare davvero il degrado del nostro Pianeta e per costruire responsabilmente un futuro di pace e di riconciliazione tra uomo e natura. Il tempo è adesso!

Roma, 29 ottobre 2021

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