Carlotta Viara |
Procede spedita l’iniziativa “Salviamo l’Imbarco Perosino”(https://salviamoimbarcoperosino.starteed.eu/) con la raccolta di fondi per scongiurare la chiusura definitiva di uno dei luoghi più autentici della Torino più classica.
Un lungo ed estenuante contenzioso con il Comune, oggetto di delicate trattative ancora in corso onde evitare lo sfratto, rischia infatti di mettere a repentaglio quasi un secolo di storia e di tradizione squisitamente sabaude.
Fondato nel 1936 da Alberto Perosino, l’Imbarco del Re è sempre stato gestito dalla famiglia Perosino che, di generazione in generazione (con la nipote Anna siamo alla terza), ne ha curato nel tempo l’evoluzione.
Da semplice approdo per le imbarcazioni sulla sponda del Po a solarium e refrigerio per gli svaghi cittadini dei favolosi anni ‘60; fino all’apertura del ristoro, attività avviata con successo dal 1987 e tuttora esercitata, nonostante le circostanze avverse purtroppo aggravate dalla pandemia.
Un vero e proprio punto di riferimento per torinesi e non torinesi alla ricerca di un posticino carino, spalle castello-lungo fiume-vista collina; una “chicca” sfiziosa (con tanto di menù attento alle specialità piemontesi) nel meraviglioso contesto del parco del Valentino.
L’appello non è certo rimasto inascoltato. C’era da aspettarselo. Le cose care vanno protette.
Molte le manifestazioni tangibili di affetto da parte della comunità, tra donazioni liberali ed organizzazione di eventi mondani a scopo benefico, in una staffetta di solidarietà per dare ciascuno il proprio contributo a dire no al temuto sgombero.
La scorsa settimana è stata la volta dell’aperitivo con concerto jazz Marsico-Pala-Diaferia (http://www.ecograffi.it/2021/07/21-luglio-una-festa-per-incontrarci-e-parlare-di-torino-al-perosino/).
Una piacevole occasione di confronto – sottofondo musicale e suggestivo panorama al tramonto della riva opposta – per discutere della “Torino che ci piace”.
Complice la bella serata estiva, le chiacchiere sulla terrazza – in primo piano il vogare dei canottieri ed a sfumare, in lontananza, l’elegante profilo del monte dei Cappuccini – si sono protratte sino all’accendersi delle prime luci della notte, in un’atmosfera di festa, rilassata e propositiva.
Le sorti del Perosino si decideranno a breve, in autunno.
La Torino che ci piace è un po’ come quelle lucine, al fianco di Anna e della sua famiglia, a rischiarare il buio perché questo “pezzo identificativo” della nostra città, che sentiamo appartenere a tutti noi, non vada perduto.