Luca Garnero
Agosto 2018. In pochi se ne sono accorti ma è in quei giorni che prende forma Fridays for Future, il movimento per il clima nato dalla determinazione di Greta Thumberg, all’epoca sconosciuta studentessa quindicenne di Stoccolma.
Nelle tre settimane che precedono le elezioni svedesi di quell’anno, Greta dà inizio al climate strike, il primo sciopero scolastico del clima. Siede ogni giorno fuori dal parlamento e armata solo di un cartello, chiede un’azione urgente sulla crisi climatica. È ormai decisa a lottare contro l’allarmante indifferenza della società che non considera la crisi climatica per quello che è: una crisi da affrontare con decisione e lungimiranza.
Inizialmente sola nell’azione di sensibilizzazione, Greta viene sostenuta dai suoi compagni di scuola e insieme gettano in poco tempo le basi di quello che diverrà il primo movimento globale per il clima. L’8 settembre Greta e il suo gruppo decidono di continuare a scioperare affinché le politiche svedesi si adeguino agli accordi di Parigi Agenda 2030, che ha l’obiettivo di far scendere la temperatura della Terra di 2 gradi entro il decennio.
L’attivista svedese ed i suoi seguaci creano così l’hashtag #fridaysforfuture e iniziano una campagna di sensibilizzazione a livello mondiale, utilizzando i social media in maniera massiccia. Tante le manifestazioni studentesche che hanno raccolto giovani studenti attivisti da tutto il mondo fuori dai loro parlamenti nazionali e municipi.
Lo sciopero per il clima è globale
Come non ricordare il primo “Global Strike” dove un corteo di ragazzi, accompagnati dalla musica trascinante degli Eugenio in Via di Gioia, ha colorato Torino di entusiasmo e speranza per un pianeta migliore. Le richieste sono chiare: bisogna mettere in atto un processo di de-carbonizzazione, prendere coscienza dei problemi ambientali e soprattutto dimezzare le emissioni globali di Co2 entro il 2030 e azzerarle entro il 2050.
Secondo la comunità scientifica internazionale alla luce del tasso di emissioni di Co2 attuale, restano solo 6 anni per rimanere entro 1,5 gradi di aumento della temperatura media mondiale ed evitare conseguenze più gravi della crisi climatica in corso. (Leggi l’ultimo Rapporto ipcc dell’ONU sulle conseguenze crisi climatica attuale).
Altrettanto irremovibili sono state le posizioni espresse da un gruppo di scienziati e di attivisti dalle pagine del quotidiano Le Monde. Uno di loro dichiara: «molte altre lotte sono legittime. Ma se questa verrà persa, nessun altra potrà essere condotta». (Le Monde, Agosto 2018).
Ritorno al futuro
Molte sono le iniziative di sensibilizzazione messe in campo dai giovani attivisti piemontesi: il 17 aprile 2020, in piena emergenza Covid, il Fridays For Future Italia ha lanciato la campagna “Ritorno al futuro”. È stata pubblicata una lettera indirizzata all’Italia, sottoscritta da scienziati ed esperti, con l’obiettivo di una rinascita che ponga al centro il rapporto tra le persone e gli ecosistemi che abitiamo ogni giorno.
Questa lettera ha dato vita a una serie di proposte specifiche, realizzate in collaborazione di un gruppo di esperti, consultabili sul sito ritornoalfuturo.org e a un incontro con il ministro Costa e l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Diversi anche gli scioperi organizzati sia a livello nazionale e sia a livello globale: l’ultimo a livello nazionale si è tenuto il 9 ottobre 2020 tra Udine, Sassari e Torino.
Ripristinare gli ecosistemi
Il 5 giugno si è celebrata la giornata mondiale dell’ambiente. Tema centrale di quest’anno, il ripristino degli ecosistemi, un argomento di stringente attualità e fondamentale per porre l’attenzione dell’opinione pubblica sulla salvaguardia dell’ambiente.
Tutti gli indicatori, dal livello di Co2 nell’atmosfera all’utilizzo di fonti di energia fossile come il carbone e il petrolio, e soprattutto l’orologio climatico terrestre, ci indicano che non è stato fatto abbastanza. Il decennio delle nazioni unite per il ripristino dell’ecosistema è il titolo emblematico di un programma decennale lanciato nella prima settimana di giugno che si pone l’obiettivo di ripristinare miliardi di ettari di territorio, dalle foreste ai terreni agricoli.
L’ambiente è rivoluzionario
A Torino, in occasione della Giornata mondiale della salvaguardia dell’ambiente, si è tenuta una gita in bicicletta che ha attraversato i luoghi simbolo della città: il Parco Dora e Piazza Baldissera, entrambi caratterizzati dal forte inquinamento. Una gita organizzata con il proposito di chiedere non solo alla giunta comunale in carica, ma anche alle amministrazioni future, di affrontare con urgenza e con coraggio i problemi ambientali locali, all’insegna di “pensare globale, agire localmente”.
È dunque il momento di cominciare a sentire l’ambiente in modo rivoluzionario e percepirci come parte del tutto. Tutelare con impegno e spirito d’iniziativa l’ambiente, farsi portatori dei valori dell’ecologia e della mobilità ecosostenibile di cui i Fridays For Future sono i portabandiera, vuol dire entrare in sintonia con il mondo e rispettarlo come una casa, la nostra casa universale.