Alessia Laudadio
Cos’è che accomuna la pandemia alle biodiversità e al problema del cambiamento climatico? Una risposta arriva dal quinto appuntamento di Circonomia, che ha messo al centro dei lavori la correlazione tra la crisi pandemica e le progressive disfatte ambientali .
«Le epidemie hanno sempre influenzato le vite dell’uomo» dice Rossana Cavallo dell’Università degli Studi di Torino e della Scuola di Specializzazione in microbiologia e virologia. Che continua: «è ovvio che per ognuna di esse ci siano delle conseguenze economiche importanti».
Leonardo Becchetti – dell’Università di Roma Tor Vergata – risponde invece alla domanda su quali possano essere le connessioni tra la pandemia e un maggiore o minore inquinamento: «molti studi hanno dimostrato come l’esposizione prolungata a polveri sottili renda i polmoni più soggetti a malattie del canale respiratorio, come può esserlo, appunto, il Covid-19. Nonostante questi dati siano confermati da oltre 40 studi in tutto il mondo, sono colpito dal silenzio dell’opinione pubblica».
È proprio al tema della comunicazione che si ricollega Emanuela Rosio, affermando che tutti i messaggi che ci arrivato sono, in qualche modo, estremamente semplificati rispetto a ciò che è la realtà.
«Si devono usare i palcoscenici internazionali politici per comunicare meglio» ci dice Aleksander Rankovic dell’IDDRI Paris seguito da Edo Ronchi della Fondazione Sviluppo Sostenibile: «la comunicazione deve competere con l’esigenza di natura sociale. La preoccupazione sociale per la biodiversità deve diventare più forte in modo da essere più efficacie».
Marica Di Pierri del Centro Documentazione Conflitti Ambientali è, invece, intervenuta anche per ricordare del lavoro che la rivista EconomiaCircolare.com fa sul tema della gestione del materiale e della prevenzione. «Questa è un’occasione per leggere ed affrontare la pandemia come sintomo di una malattia molto più ampia di quello che in realtà è» ha affermato.
È stata un incontro all’insegna di due temi importanti, apparentemente paralleli ma che in realtà si incontrano in diversi punti: «c’è un nesso tra l’ambiente e la pandemia – conclude Aleksander Rankovic – questa connessione tra elementi naturali è molto forte e tutti gli strumenti di analisi lo dimostrano».