Francesca Grassitelli
In occasione dell’Anno Internazionale della frutta e della verdura, il 19 giugno si è tenuta a Cuneo la XVI edizione di Mangiasano, la campagna di informazione e comunicazione sulla sicurezza alimentare e sull’agricoltura ecologica.
L’evento ha visto la partecipazione di esperti ed esponenti dell’imprenditoria agricola come Luca Crosetto e Domenico Massimino, presidente territoriale e di Confartigianato Imprese Cuneo e vicepresidente nazionale, Claudio Piazza e Renato Rolla, presidente e vicepresidente di ANCoS, il dottor Giorgio Diaferia e la dottoressa Maria Caramelli.
Tanti i temi di discussione portati “sul tavolo” dell’incontro, a partire dalla sempre più preoccupante scomparsa di specie ortofrutticole come risultato delle nostre scelte alimentari.
Come ha affermato il dottor Giorgio Diaferia: «E’ importante stimolare un collegamento tra il mondo delle produzioni ortofrutticole e degli allevamenti e il mondo della scienza e della ricerca al fine di trovare un comune denominatore che vada a promuovere corretti stili di vita e una buona alimentazione».
Le produzioni ortofrutticole svolgono infatti una funzione fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per l’ambiente, il paesaggio, il territorio e soprattutto la biodiversità.
Secondo i relatori, ciò che serve oggi è un nuovo modo di fare ambientalismo attraverso produzioni sostenibili, tracciabili e innovative sotto il profilo green. “Una economia verde” che non guardi solo al profitto ma anche, e soprattutto, all’impatto ambientale che deriva dalla produzione di un dato prodotto.
L’intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione produce infatti danni non indifferenti, senza parlare dell’inquinamento causato dal trasporto e dal processo di smaltimento.
Altro tema di discussione è stato quello della sicurezza alimentare compromessa da tutte le sostanze tossiche (pesticidi e metalli) contenute nella maggior parte dei cibi che consumiamo. Fragole, spinaci e pomodori sono solo alcuni dei vegetali che più contengono residui di pesticida, senza dimenticare tutti quegli alimenti che vengono prodotti all’estero e che non sono perciò sottoposti ad adeguati controlli di sicurezza.
«Grazie al Covid abbiamo raggiunto una maggiore attenzione all’igiene» sostiene Maria Caramelli, responsabile S.C. neuroscienze dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’avviso è quello di mantenere quest’attenzione anche e soprattutto nel campo della sicurezza alimentare.
Se è vero che per frenare meccanismi ormai quasi inarrestabili servono concrete azioni politiche, ogni singolo ha un enorme potenziale sulla salvaguardia dell’ambiente.
Ridurre la produzione di gas inquinanti, scegliere produzioni diversificate, ricorrere a selvicoltura e agricoltura sono tutte scelte che ci permettono non solo di tutelare la nostra salute, ma anche quella dell’ambiente nella sua complessità.