22 Novembre 2024

Couple and receptionist at counter in hotel wearing medical masks as precaution against virus. Young couple on a business trip doing check-in at the hotel

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Carlotta Viara |

Ufficialmente si chiama “Referente Unico Covid”, ma “Covid Manager” ha tutta un’altra allure.

Nominalo come vuoi, è – di fatto – la figura professionale, fresca fresca di nascita, con ruolo di coordinamento per l’applicazione delle misure anticontagio.

Presenza obbligatoria in alcuni settori (scuola, rsa …), facoltativa per tutti gli altri, elabora il protocollo igienico-sanitario e di distanziamento sociale sulla base della normativa vigente, garantendone il rispetto mediante un’azione congiunta di prevenzione e vigilanza.

Districarsi nel groviglio di prescrizioni e divieti non è cosa semplice ed è subito esplosione dell’offerta formativa che, cavalcando l’onda dell’attuale stato emergenziale, propone corsi mirati al pronto ed efficace inserimento nel mercato del lavoro di questi nuovi profili sempre più richiesti.

Non sono poche infatti le realtà, in prevalenza in contesti aziendali di dimensioni medio-grandi, che hanno già ingaggiato un addetto quale incaricato per gli adempimenti imposti dalla pandemia.

È soprattutto nel comparto turistico alberghiero che le prospettive di sviluppo del mestiere si fanno allettanti.

Con l’estate che fa capolino (e che si preannuncia, come l’anno scorso, un’estate italiana http://www.ecograffi.it/2020/05/si-viaggiare-breve-vademecum-sul-bonus-vacanze/), ci si sta un po’ ovunque attrezzando per riaccogliere la clientela in piena sicurezza.

Apripista la frizzante riviera romagnola, dove varie catene alberghiere hanno messo a punto un’esemplare policy di “accompagnamento” dei vacanzieri, a conferma della proverbiale ospitalità dei luoghi e delle persone che li popolano.

Simili iniziative, che non si limitano alla predisposizione dei requisiti minimi di legge richiesti per la riapertura dell’attività ma involgono la realizzazione di un concetto più ampio di comfort del cliente, stanno guadagnando terreno anche altrove.

Non solo ambienti accuratamente sanificati, attenta segnaletica, dispositivi di protezione laddove necessario; in aggiunta, per soddisfare la crescente esigenza in tema, interventi volti a promuovere la sostenibilità ambientale e ad accelerare i processi tecnologici.

Couple and receptionist at counter in hotel wearing medical masks as precaution against virus. Young couple on a business trip doing check-in at the hotel

Due aspetti deficitari nel nostro Belpaese, la cui inadeguatezza è stata messa in luce dalla crisi in corso: l’opportunità per una svolta non ulteriormente prorogabile. Magari prendendo spunto da qualche paese più avanti, in tal senso, del nostro.

Dando un’occhiata oltreoceano, secondo un’indagine dell’American Hotel & Lodging il 44% delle strutture ricettive ha adottato percorsi eco-friendly (tessuti naturali, cibo bio, prassi green) attirando a sé un’importante fetta di giovani particolarmente sensibili all’argomento.

Analogamente, attraverso il potenziamento della connessione internet e l’allestimento di postazioni con annessi&connessi per il lavoro agile, la fidelizzazione della clientela d’affari diventa una tappa fondamentale per reinventarsi e riprendere quota.

A curare il tutto, per quanto di sua competenza, il covid manager, in parte burocrate in parte creativo. Soprattutto creativo. Perché la rinascita passa anche di lì.

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