22 Novembre 2024

In occasione del 160° Anniversario dell’Unità d’Italia, il Museo del Risorgimento Italiano di Torino viene illuminato con il tricolore della bandiera.

Alessia Laudadio | Il 17 marzo l'Italia unita ha compiuto 160 anni, anniversario che il Museo del Risorgimento ha celebrato con la presentazione del nuovo logo e con un convegno, per riflettere su quanto sia attuale la ricerca di unità attorno ai valori di partecipazione e di cittadinanza attiva
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Alessia Laudadio

Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani. Con questa frase, pronunciata 160 anni fa, si volle affermare che, nonostante l’Italia fosse geograficamente unita dal 1861, in essa continuavano a regnare differenze di popolazione.

Sono proprio questi i due temi principali della commemorazione di mercoledì 17 marzo al Museo Nazionale del Risorgimento: il 160° anniversario dell’Unità d’Italia e una società inclusiva.

«È vero, centosessanta anni sono molti ma, in questo periodo più che in ogni altro, è importante che ci sia un nuovo risorgimento della cultura» ha detto il ministro della cultura Dario Franceschini, intervenuto alla commemorazione. Bisogna, insomma, rafforzare il dialogo con le generazioni più giovani.

Così come i nostri concittadini hanno lottato per unire il paese, noi oggi stiamo lottando contro un virus che ci ha tolto qualsiasi forma di normalità.

«Celebrare oggi l’Unità d’Italia deve esserci di grande stimolo – dice Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte – i 160 anni dell’unità ci ricordano le tante difficoltà che abbiamo superato in questo ultimo anno, e quelle che dobbiamo ancora superare». Si creano inevitabilmente, quindi, dei parallelismi tra le due situazioni.

Nella commemorazione si è parlato anche di inclusione, altro tema che lega i giorni nostri con quei giorni di 160 anni fa. Monsignor Cesare Nosiglia ci ricorda che «l’Italia si è costruita sulla generosità della gente comune e che l’unità non è stata solo battaglie, ma anche e soprattutto coraggio di chi è stato generoso col suo prossimo».

E oggi, chi è generoso col suo prossimo sono tutte quelle persone che desiderano fare del bene all’Italia, mettendo la propria persona al servizio di tutti. Lo è chi sta combattendo in prima linea la pandemia ma anche chi – come Ernesto Olivero, fondatore del Serming di Torino, suor Giuliana Galli, presidente della Fondazione Mamre, Barbara Spezzini, direttrice dell’associazione Articolo 10 o Maria Chiara guerra, responsabile dei progetti Atelier Heritage e Next Land – investono sul futuro dell’intera comunità attraverso progetti che mirano ad includere tutte quelle persone che faranno crescere ancora di più l’Italia.

Una novità importante è il rinnovamento del logo del Museo Nazionale del Risorgimento, ideato dagli studenti dell’Istituto Europeo di Design: si tratta di un logo che sintetizza due elementi diversi, una R e un punto esclamativo. Questa nuova immagine racchiude in sé la storia e i suoi valori.

Grazie alla collaborazione con IREN, nelle serate del 15 e 16 marzo, il nuovo logo è stato proiettato sulla Mole Antonelliana e, per tutta la settimana, la facciata di Palazzo Carignano, lato Piazza Carlo Alberto, sarà illuminata con il tricolore della bandiera italiana.

Nella serata del 17 marzo, infine, la Mole Antonelliana si è tinta col tricolore, in onore dell’anniversario della proclamazione dell’unità nazionale.

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