Maria Chiara Vietti
Un romanzo ambientato in Vietnam che attraversa tutto il Novecento raccontando la storia travagliata della piccola Huong e della sua famiglia. La forza costante di una nonna che non si arrende alle avversità e che ama, grazie alla pazienza, gli altri essere umani. Il coraggio e la speranza di rimanere vivi, di ritrovare i propri cari, di vivere di nuovo un momento “normale”.
Il Romanzo
Il libro Quando le montagne cantano, pubblicato nel 2021, è definito dal New York Times come un romanzo che “riesce – in più di un senso – a curare le ferite della Storia”. La storia narrata è quella di una famiglia che abbraccia tutto il Novecento, dall’occupazione dei francesi ai bombardamenti americani.
La scrittrice ci porta tra le vie di Ha Noi, negli anni 1972-1973, quando i bombardamenti degli americani sono continui e Huong e la nonna Dieu Lan si ritrovano a correre in mezzo alla strada, sotto quello stesso sole che appena prima sembrava un “grosso tuorlo d’uovo”. La paura incombe sul villaggio, le bombe devastano. Non è più il tempo dei fiori e degli uccellini che cantano. Huong (che la nonna chiama “Guava”) ripensa ai suoi genitori e spera che siano ancora vivi.
I terribili bombardamenti hanno distrutto la loro casa, persino l’albero di bang. Ma la nonna Dieu Lan, come sempre, si rialza e ricostruisce un nido per la sua famiglia. Sono giorni difficili per coloro che affrontano il nemico in battaglia, per i medici come la madre di Huong che soccorrono i feriti e per gli abitanti dei villaggi distrutti.
Immersa in tale devastazione, Dieu Lan inizia a raccontare alla nipotina la storia della sua travagliata vita. Una famiglia aristocratica di proprietari terrieri, la riforma agraria, i soprusi, la fuga e, la cosa più difficile per una madre, l’abbandono dei figli. Un abbandono dettato dalla legge della sopravvivenza ma accettato con un cuore che giorno dopo giorno lottava per ritrovare i rami del proprio albero.
La guerra finisce ma lascia i suoi strascichi, si annida nelle menti, nei cuori, negli arti persi e nei cari che non tornano più. Ma, come dice Dieu Lan alla nipotina, “La vita è davvero miracolosa, Guava, perché ogni volta che mi capitava di essere a terra, arrivava sempre qualcuno a risollevarmi”.
Speranza e coscienza di un momento “normale”
Il romanzo porta con sé svariati e profondi messaggi. La nonna Dieu Lan, ad esempio, riesce a trasmetterci la speranza di non lasciarsi mai andare e di risollevarsi, nonostante tutti i soprusi subiti perché tanto “al cielo non sfugge niente” e “solo attraverso l’amore possiamo spazzare via dal mondo l’oscurità del male”. Quello stesso male a cui Huong faticava a riconoscere nell’America perché nei libri che leggeva gli americani le sembravano cosi’ simili a lei. Forse, pensava “se le persone avessero cominciato a leggere e a scoprire le culture degli altri popoli, non ci sarebbero più state guerre”.
La profondità delle parole narrate risulta poi aumentare quando Huong prende coscienza di una giornata normale. Attraverso i persistenti bombardamenti e i racconti della nonna la piccola si rende conto di quanto la sua famiglia abbia subito e sofferto, non solo a causa delle guerre. Il male alla nonna non viene inferto da una cascata di acqua momentanea ma da una pioggerellina costante. Guava è cosciente di cosa rappresenti un momento normale quando si trova nella sua baracca e legge le storie di famiglie americane felici. Una giornata normale le viene regalata quando può mangiare a tavola con la sua famiglia senza avere continuamente paura. L’importanza dei momenti che noi chiamiamo normali, delle cose ovvie come gli uccellini che cantano, assumono cosi’ un significato diverso e più profondo perché sono proprio quegli uccelli, attraverso il loro eco che esce dalle montagne, ad arrivare ai cuori di tanti soldati che sentono di essere ancora vivi Quando le montagne cantano.