24 Novembre 2024
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Carlotta Viara I

Rémaquillage consistente per la dama di Parigi,simbolo di Francia ed uno dei monumenti più iconici al mondo.

La Tour Eiffel, classe … (non si rivela l’età di una signora, s’ignora), si sta infatti sottoponendo ad una robusta remise en forme, molto più invasiva dei soliti lavoretti di manutenzione a cadenza pressoché periodica.

Una sorta di lifting estremo, complice la chiusura al pubblico causa pandemia, per presentarsi più attraente che mai alle Olimpiadi 2024,che si terranno, appunto, nella capitale francese.

Il cantiere è già in fervida attività per rispettare le tempistiche di consegna, fissata per fine 2022.

Non è impresa da poco per l’ottantina di decoratori specializzati, “arruolati” allo scopo: per operare a regola d’arte, bisogna prioritariamente raschiare il vecchio strato di vernice ormai arrugginita in svariati punti.

È la ventesima “rinfrescata”, considerato che le famose travi di ferro vengono in media ridipinte ogni sette anni. A questa mano, però, i segni delle primavere sono maggiormente visibili e richiedono un intervento più drastico per garantire la perfetta aderenza del nuovo al preesistente (e l’eliminazione totale delle tracce di piombo).

Si corre insomma ai seri ripari: con l’avanzare degli anni il fior di gioventù sta appassendo e si rende necessario riporre creme e belletti per affidarsi alle mani esperte del chirurgo estetico.

Costo totale stimato per il cambio di pelle: 50 milioni di euro; ma il preventivo potrebbe anche lievitare qualora emergessero ulteriori magagne.

Una volta completata la fase di sverniciatura (di una “stazza” di 10mila tonnellate di peso, articolata in 18mila elementi ad incastro per due milioni e mezzo di bulloni), in programma l’applicazione di sessanta tonnellate di tintura.

Colore prescelto il giallo dorato, quella stessa tonalità aurea che il suo progettista, l’ingegner Eiffel, aveva indicato tra le opzioni più di cento anni fa: caldo, accogliente, distante dall’attuale bruno-grigio effetto metallo e dagli altri cromatismi (rosso veneziano incluso) che si sono avvicendati nel passato.

Con i suoi 324 metri di altezza, l’elegante silhouette della cattedrale laica di Francia svetterà così nella Ville Lumière in tutto il suo splendore gold, pronta a riaccogliere i milioni di turisti che, sospirando come gli innamoratini di Peynet,torneranno romanticamente ad ammirarla.

E pensare che doveva essere un’istallazione temporanea.

Realizzata in tempo record per la prestigiosa vetrina dell’Esposizione Universale del 1889, era infatti destinata allo smantellamento, terminato l’evento.

Tanto più che la sua creazione non aveva suscitato gli entusiasmi di stampa ed intellettuali dell’epoca, i quali, anzi, si schierarono compatti contro quello che i detrattori più teneri denominarono  “l’asparago”.

Mostro orribile o capolavoro della tecnica che traghettava il paese nell’era moderna?

Fu il consenso popolare a decretarne il successo, a cui si aggiunse l’opportunità commerciale di sfruttarla come appoggio per le antenne dei primi segnali radio (che ancora oggi ospita).

Dati alla mano, si tratta del monumento a pagamento più visitato del pianeta terra.

Ci vuole coraggio a vestirsi d’oro, ma lei se lo può permettere.

Perché è bella. No, di più, lei è: charmante. Come solo le parigine autentiche, con quel certo non so che, sanno essere.

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