22 Novembre 2024
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Il Comitato Torino Sanità in #Azione incontra Luca Ricolfi

Carlotta Viara 

Continuano le iniziative di Torino Sanità in #Azione con l’evento (in diretta streaming sul canale Youtube di Torino Città Metropolitana in Azione) di presentazione del nuovo libro di Luca Ricolfi: “La notte delle Ninfee – come si malgoverna un’epidemia”.

A discuterne con l’Autore, Giorgio Diaferia (Referente del Comitato) – che introduce e modera – nonché Alberto Andrion (Referente politiche post-covid19) e Tullia Todros (ex Dir. Univ. Ospedale Sant’Anna – UniTO).

I bilanci quotidiani (ieri 369 morti e 12.074 casi) parlano chiaro: l’epidemia non è sotto controllo. L’allarme è crescente e di drammatica attualità.

A cosa è imputabile questa malagestione? Quali gli errori commessi, le mancate decisioni, i dubbi, le prospettive che si intravedono? Pare non esserci limite al disastro.

“Non pensavo di scrivere questo libro” – esordisce il sociologo – ma poi il convincimento generale (e sbagliato) che la seconda ondata fosse inevitabile “mi ha spinto ad approfondire”. Ne è scaturito un rigoroso esame di critica costruttiva.

L’evidenza dei dati, dal punto di vista tecnico-statistico, è lucida e spietata: la politica dei tamponi e la tempistica del lockdown sono state fallimentari.

E non si tratta di un giudizio basato su speculazioni astratte, si tratta di una (amara) considerazione suffragata dai risultati empirici.

Se, però, per la prima fase, l’inadeguatezza della “risposta” politico-sanitaria trova un’attenuante nell’impreparazione alla cruenta repentinità del fenomeno, per gli sviluppi successivi lo stesso non può affermarsi. Che ci si sia fatti travolgere dalla seconda ondata (ed oggi essere nel pieno della terza) è imperdonabile.

Si poteva fare di più e fare di meglio (soprattutto nel periodo estivo “quiescente”): lo testimoniano i paesi (se ne contano dieci tra stati scandinavi ed estremo oriente) che hanno adottato un protocollo maggiormente efficace (basato, però, su di uno schema di difficile attecchimento nella nostra realtà “ideologica”).

In questo quadro desolante e purtroppo ormai compromesso (soprattutto sul versante economico), occorre puntare sul piano vaccinale (in parallelo con incremento tamponi, sorveglianza attiva, tracciamento, eventuale nuovo lockdown … come da swiss cheese strategy).

Il successo della campagna dei vaccini, secondo un modello centralizzato che garantisca l’uniformità a livello regionale, è cruciale perché non venga dichiarata la resa.

Ben venga, logisticamente parlando, il coinvolgimento delle caserme (e non solo), ma ancor più strategico è agire nel profondo sul sistema sanitario territoriale,le cui carenze sono manifeste tanto in termini di dotazione quanto agli aspetti organizzativi.

Il tutto, previo un radicale ripensamento del binomio salute-economia quali elementi non contrapposti bensì complementari.

Di servizio sanitario e medicina territoriale si parlerà più nello specifico nel prossimo appuntamento del 10 marzo.

Intanto, chi fosse interessato a rivedere la call: https://m.youtube.com/watch?v=ZIB7jW_ndXI

E’ anche possibile seguire la conferenza al link

https://www.youtube.com/channel/UCjQUzdy34Jr0GjlDntUZdBQ

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