Luisella Zanino, pediatra, commissione ambiente OMCeO-TO
L’ inquinamento dell’aria è una delle principali minacce per la salute umana, particolarmente per i bambini: l’esposizione all’aria inquinata (sia essa aria interna o aria esterna) da PM2, PM5, monossido d’azoto (NO2) e ozono(O3), aumenta il rischio di malattie respiratorie in tutti i bambini in generale e di polmoniti nei bambini piccoli o piccolissimi in particolare
Poiché all’inizio della pandemia la diffusione del SARS-COV 2 fu maggiore nelle aree più industrializzate, una delle domande che il mondo scientifico italiano e mondiale si pose in relazione alla diffusione della pandemia fu se l’elevata diffusione e mortalità della pandemia in alcune zone più che in altre fosse correlata ai livelli degli inquinanti atmosferici . All’inizio del 2020 numerose indagini, studi e review furono prodotti in Italia e nel Mondo intorno a questo aspetto. Alla fine quasi tutti gli Autori conclusero che l’elevato livello di inquinamento dovrebbe essere considerato un cofattore in causa sia nella diffusione sia e soprattutto in termini di letalità dell’infezione.
Ad oggi il mondo scientifico è dunque quasi unanime nel concludere che l’inquinamento atmosferico ha effetto favorente sia nella diffusione che nella gravità dei casi di COVID-19.
Occorre rammentare che è ampiamente dimostrato come purtroppo le persone che vivono in aree altamente inquinate soffrano di una condizione infiammatoria cronica con conseguente elevata suscettibilità alle malattie respiratorie e cardiovascolari, fattori favorenti un elevato esito letale da COVID-19.
Studi condotti in tutto il mondo indicano che l’esposizione a livelli elevati di inquinanti favorisce non solo una aumentata letalità ma anche un aumento del contagio da COVID-19, sia essa a lungo termine o a breve termine. Una delle ipotesi è che il PM, insieme ad altri contaminanti chimici e biologici, possa agire come vettore di trasporto del virus per via aerea, favorendone la diffusione. Sebbene non sia stato ancora dimostrato il potenziale effetto sulla diffusione aerea del virus, esistono evidenze sul nefasto contributo dovuto alla esposizione cronica all’inquinamento atmosferico nella suscettibilità alla malattia da SARS-COV-2 poiché l’esposizione al PM potrebbe indebolire la risposta immunitaria, con conseguente incapacità di difendersi dall’invasione del virus; gli inquinanti atmosferici indurrebbero inoltre una maggiore espressione dei recettori ACE-2, chiamati in causa nella suscettibilità a farsi infettare.
L’esposizione al PM e agli inquinanti atmosferici, provocando infiammazione cronica delle vie respiratorie causerebbe maggior predisposizione ad infezione grave, talora letale ed il particolato atmosferico potrebbe anche favorire la trasmissione di SARS-CoV-2 fra persona e persona a distanze maggiori, trasportandolo. Altri fattori ambientali e demografici giocherebbero un ruolo nell’elevato tasso di mortalità italiano (5), ivi compreso l’invecchiamento della popolazione, le comorbidità presenti soprattutto negli individui più anziani, il tasso di inquinanti e, non ultimo, lo stress del SSN italiano, con saturazione dei posti ospedalieri, particolarmente nei reparti di rianimazione.
Concludendo, possiamo chiederci come questa pandemia abbia influito e possa influire in termini di tutela dell’ambiente e in questi termini le suggestioni sono molte, sia relative a ciò che è avvenuto che per ciò che avverrà.
Contemporaneamente alla pandemia è aumentato a dismisura l’uso di plastiche usa e getta e dunque di rifiuti, sanitari e non , con prevedibili e preoccupanti conseguenze per l’ambiente, sia a breve sia a lungo termine, relative al loro smaltimento. Anche la crisi economica conseguente alla pandemia potrebbe avere preoccupanti risvolti nel diminuire l’impiego di risorse per la tutela ambientale.
Durante il periodo di lockdown, come prevedibile, c’è stata nel mondo intero una netta riduzione delle emissioni inquinanti, un riappropriarsi di spazi da parte di altre specie animali e molte riflessioni sono nate da qui intorno alla urbanizzazione selvaggia prodotta dall’uomo, allo sfruttamento violento delle altre specie animali fino a provocare zoonosi causa di pandemie come questa, eventi che inducono a farsi domande scomode sulle responsabilità degli umani nella salvaguardia del pianeta Terra e sulle disastrose conseguenze provocate dal cambiamento climatico.
Per contro, in una visione ottimistica del nostro futuro, la profonda e gravissima crisi che ha coinvolto l’intera umanità potrebbe avere un ruolo positivo nel risvegliare le coscienze verso progetti etici e di sostenibilità ambientale in grado di salvare questa nostra Terra e con essa l’umanità intera.