22 Novembre 2024
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Carlotta Viara |

In quest’epoca di incontinenza verbale, i litigi sono all’ordine del giorno.

Spesso urlati, sguaiati, futili e pretestuosi: ci si accapiglia per le solite quattro sciocchezze, mettendo in scena beghe da comari starnazzanti in perfetto stile “Baruffe chiozzotte”.

Dai litigisti professionisti della politica ai battibecchisti occasionali della tv, dai virologi superstar in perenne diatriba alle scaramucce spicciole in coda alla posta, il livello è davvero scadente.

Eppure c’è stato un tempo di litigate interessanti o, perlomeno, originali; ecco una carrellata di alcuni match degni di nota sui ring letterari, artistici, musicali … e tutto il resto è noia.

Proust vs Camus

I due, da simbiotici che erano, finirono per non rivolgersi più la parola. Alla faccia dell’esistenzialismo. Motivo del contendere: le diverse vedute sul concetto di libertà.

Tema “potente”, intorno al quale ciascuno si arroccò sulla propria posizione (socialista-moderato Camus, comunista-rivoluzionario Sartre).

Una faida intellettuale su questioni di principio di levatura sconcertante: ne prendiamo atto increduli, ormai assuefatti ai nostri dissidi da cortiletto.

Cicerone vs Catullo

Catullo scrive: “O tu, Marco Tullio, il più eloquente dei romani, ti rende un enorme grazie Catullo, tanto il poeta peggiore, quanto tu il migliore avvocato”.

Una presa in giro in versi, datata duemila anni fa, tra due indiscussi big ai ferri corti per Lesbia (al secolo Clodia); l’oratore aveva infatti inveito contro l’amata di Catullo (nobildonna dai costumi non proprio irreprensibili) e la piccata replica non si era fatta attendere.

Garcia Marquez vs Vargas Llosa

Cherchez la femme anche per il pugno che Vargas Llosa assestò in pieno viso a Garcia Marquez, mettendolo k.o. in occasione di un evento mondano a Città del Messico.

Pare che non si trattasse di semplici dissapori politici, ma della gelosia del Nobel peruviano per il feeling (non meglio precisato) tra sua moglie e lo scrittore colombiano.

Uno sfogo secco, un po’ come la testata di Zidane a Materazzi.

Hemingway&Joyce vs altre simpatiche canaglie

Parigi. Prima metà del novecento. Interno bistrot. Due avventori ubriachi elargiscono generosi cazzotti a destra e a manca.

Sono E. Hemingway e J. Joyce, noti scrittori e … compagni di allegre bevute.

L’attaccabrighe è il peso piuma James che, quando la faccenda prende una brutta piega, è solito invocare l’aiuto del più “piazzato” Ernest, peso massimo letterario/di azzuffate.

Gli amici si vedono nel momento del bisogno e certi divertenti sodalizi si cementano così.

Van Gogh vs Van Gogh

Il più grande autolesionista della storia dell’arte per il celebre episodio dell’orecchio (destro) che si mozzò in un clamoroso impeto di rabbia. Ce l’aveva con Gauguin? Non è appurato.

Sicuro è che l’ambiente abbonda di rivalità: Picasso che utilizza un quadro di Matisse come tiro a segno per le freccette supera in perversione Manet che sfregia a coltellate un’opera di Degas.

Caravaggio vs tutti

Un’autentica “teppa”, inquieto e sanguigno come il suo inconfondibile tratto pittorico.

Quando l’espressione “lavare l’offesa con il sangue” viene presa un po’ troppo alla lettera: fu accusato di omicidio perché, durante una partita di pallacorda cui partecipava, scoppiò la rissa e ci scappò il morto.

Con il suo caratteraccio, bisticciava sempre con tutti. Una specie di Sgarbi ante litteram.

Bach vs fagottista capretta

Lo scorbutico compositore apostrofò uno dei suoi allievi (forse non tra i più dotati) con l’epiteto “fagottista capretta”; ne scaturì un diverbio che degenerò in botte da orbi.

Un epilogo da far ombra sul dispetto Morgan-Bugo.

Paganini vs re Carlo Felice

Teatro dello scontro: il teatro, appunto, Carignano di Torino.

Il re Carlo Felice, estasiato dall’esibizione di Paganini, chiede il bis al maestro dell’improvvisazione, che ribatte (con il poi diventato famoso): “Paganini non ripete”; il sovrano non la prende bene e bandisce dal regno gli spettacoli del violinista.

Più che un litigio, una rappresaglia.

Guccini vs Bertoncelli

Bertoncelli, chi era costui? Il critico musicale immortalato per ripicca nell’ “Avvelenata” di Guccini.

In sequenza: il cantautore legge la recensione negativa sul suo conto; risentito, lo denigra nel brano (“tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli …”).

Dopo un incontro chiarificatore, gli antagonisti si riappacificano al punto che Guccini si offre di cancellare il riferimento; risposta: “Se lo fai ti denuncio”.

Uno a zero per l’arguzia di Bertoncelli.

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