Maria Chiara Vietti
Il sogno è il nostro fine e per raggiungerlo dobbiamo affrontare un viaggio. Potremmo fallire e sappiamo che non sarà facile. Quello che importa però è che ne varrà la pena.
Siamo i nostri sogni
Quando penso a un sogno mi viene in mente il quadro monocromatico rosa di David Simpson esposto nelle magnifiche sale di Villa Panza. Il colore tenue del rosa sembra invitarti ad un abbraccio mentre l’occhio viene catturato dagli effetti ottici creati dall’artista. Il rosa si mescola a una polvere di fata raccolta dalla scia di una stella cometa. Spostandosi da sinistra a destra, il quadro cambia. La stessa luce da angolazioni diverse si riflette creando un mondo diverso. Ed è un po’ come quello che accade a noi. Noi siamo unici e diversi. La nostra unicità risiedere nel nostro essere e la diversità nel modo in cui decidiamo di riflettere la nostra luce.
La paura di fallire
Quale è però il nostro sogno? Spesso rischiamo di vivere la nostra vita lasciandolo in disparte. Come qualcosa che decidiamo di accantonare per quando avremo più tempo. Pensando, erroneamente, che quel sogno ci allontani dalla concretezza, dunque, dalla felicità. La paura, spesso, è che non ci conduca al successo rispetto a obiettivi più sicuri e concreti che ci potrebbero offrire una vita agiata. O forse, ancora, abbandoniamo quel sogno quando, inseguendolo, veniamo abbattuti della fatica di affrontare troppi ostacoli.
Qualcuno ci dice “non ce la farai mai”, qualcun altro sentenzia “non hai talento” e pensiamo di non sapere più chi siamo e cosa veramente vogliamo. Crediamo di aver fallito. La sconcertante parola “Fallimento” si scaraventa dentro di noi e come un uragano ci ruba la nostra linfa vitale lasciandoci a terra. Crediamo di aver sbagliato tutto. Pensiamo di non potercela fare perché siamo troppo deboli o comunque troppo poco. La maggior parte dei nostri ostacoli però ce li creiamo noi stessi. Non esiste ostacolo che possa fermare la volontà.
Il viaggio verso il sogno
Mandela diceva che “un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. Non so dirvi se perseverando verso il nostro sogno raggiungeremo il successo. Quello che però posso dirvi è che se non ci proviamo non lo sapremo mai. Quello che alla fine importa è mai arrendersi. Se il nostro sogno lo vogliamo afferrare, se per noi è cosi’ importante, allora abbiamo il dovere di provarci. Lo dobbiamo prima di tutto a noi stessi. Perché ogni giornata passata a raggiungere quel sogno sarà una giornata veramente vissuta.
Lo sappiamo che non sarà facile. Sentiamo la paura di abbandonarci a quel qualcosa che forse per noi è semplicemente il sentirsi vivi. Non lasciamoci prendere dal panico. Allontaniamo la paura. I nostri ostacoli ci terranno in vita. Dobbiamo guardare a questo viaggio come a quello di Pi. Pi è quel ragazzo che dopo varie peripezie si ritrova su una zattera in mezzo al mare con la sola compagnia di una tigre del Bengala. Inizialmente il ragazzo ha paura temendo di diventare, prima o poi, il pranzo o la cena della sua irrequieta amica. Con il passare dei giorni però, Pi cerca di sopravvivere in tutti i modi possibili. Inizia a pescare per sfamare la tigre, costruisce una piccola zattera galleggiante che farà diventare il suo rifugio. Cerca di farsi rispettare e di far capire alla tigre che anche lui ha un posto in quel viaggio. Pi, però, non sa che è stata la tigre a farlo arrivare a destinazione. Lei è stata l’ostacolo quotidiano che ha tenuto impegnata la sua mente. La costante e pericolosa presenza della tigre ha fatto sì che la mente di Pi fosse totalmente immersa nel raggiungimento del suo sogno. Senza di lei non ce l’avrebbe fatta.
Ed è cosi’ che dobbiamo provare a vivere. Con i nostri ostacoli quotidiani che si mettono di fronte a noi e non vogliono farci passare. Armandoci di coraggio dobbiamo abbattere giorno dopo giorno i nostri muri. Non giriamoci mai. Andiamo sempre avanti. Non ci curiamo di quelli che ci diranno che stiamo fallendo. Perché potremo anche fallire, ma non dovremo fermarci. È quando diventa buio che bisogna imparare a vedere. Dovremo guardare dentro di noi. Dovremo seguire il nostro cuore perché lui saprà guidarci.
La storia si ripete, e nella storia, quanti fallimenti trasformati in successo abbiamo visto? Anche Einstein subì dei rifiuti. Non fu ammesso al primo test al Politecnico di Zurigo e sapete cosa ha fatto? Ha ritentato l’anno seguente avendo successo. Stiamo parlando del Premio Nobel per la fisica a cui è stato detto “no”. Stiamo parlando dell’uomo che ha rivoluzionato la fisica moderna con la teoria della relatività. Stiamo parlando semplicemente di un uomo che non si è mai arreso. Un uomo che ha continuato a credere che il sogno potesse diventare realtà. Un uomo a cui non importava cosa dicessero gli altri. Perché poi, alla fine, chi sono gli altri?
Il nostro sogno è sempre lì. Colorato di rosa mentre una fata sorridente danza spruzzando la sua polvere magica. E se chiudi gli occhi puoi vedere quella stessa polvere trasformarsi nei miliardi di stelle che compongono la Via Lattea e che guardandoti sorridendo ti dicono “non mollare”.