22 Novembre 2024
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Carlotta Viara I

I loro parenti inglesi sono: Tom, Dick and Harry, simpatico trio sbucato fuori dai libri di un autore (tale J. Owen da Oxford) in piena epoca elisabettiana.

Nella laica Francia stupisce che la triade prescelta (Pierre, Jean et Jacques) sia di chiara matrice apostolica.

Gli amigos spagnoli ne hanno addirittura quattro: Fulano, Mengano, Zutano y Perengano (emigrati, a loro volta, in Sudamerica); evidente è il retaggio (soprattutto in Fulano da Fulàn) della  dominazione araba sulla penisola iberica.

Molto più stringati, come prevedibile, in Germania, dove ci si limita ad Hinz und Kunz; in alternativa, Hans und Franz tertium non datur; grande concisione, bel ritmo, ma la fantasia – si sa – non è qui di casa.

Decisamente “all’osso” l’estremo oriente: il giapponese Yamada Tarō ed il tailandese Somchai sono uni e trini.

Si discosta l’ingegnosa trovata made in China che, per gli assembramenti oltre la coppia, adotta la numerazione progressiva dei Zhang San=Zhang Tre, Li Si=Li Quattro, Wang Wu=Wang Cinque e così di seguito.

Non numeri, ma un grazioso declinare per gli Ivan, Ivanovich e Ivanov russi.

A chiusura della rassegna, menzione particolare per l’India che, con l’equa e bilanciata combinazione Ajay (maschile) e Priya (femminile), rispetta le quote rosa.

Veniamo ora ai nostri Tizio, Caio e Sempronio … chi “mastica” un po’ di diritto è avvantaggiato perché l’elenco suona familiare.

Si tratta di un’origine latina di “nicchia”, circoscritta ai testi dello ius romano: Titius, Gaius et Sempronius.

Già presenti nel Corpus Iuris Civilis (la mastodontica raccolta di norme messa a punto per volere dell’imperatore bizantino Giustiniano), i citatissimi tre ebbero la loro definitiva legittimazione secoli dopo, nel medioevo, grazie alla scuola dei glossatori di Bologna (XI-XII sec.): un insieme di giuristi che, durante le loro lezioni, iniziarono ad utilizzare diffusamente la “tripletta” come strumento pratico a scopo esemplificativo.

Quando gli esempi erano quattro o più ed occorreva pertanto trovare i rinforzi per ampliare la casistica, ecco spuntare in aggiunta le meno note “riserve” Mevio e Stico; nonché le riserve delle riserve: Calpurnio e Filano.

Da allora non c’è studente di giurisprudenza che non li abbia sentiti evocare dal professore di turno o che li abbia in prima persona invocati durante l’orale di un esame.

Tizio, Caio e Sempronio si sono però fatti strada anche in altri contesti non necessariamente di giurisperiti – legulei – azzeccagarbugli, via via unendosi, nel linguaggio comune, al famoso signor Mario Rossi (John Doe in USA) ed agli esimi Vattelapesca e Pincopallino incontrati sul percorso.

Per non parlare di Qui, Quo e Qua … ma questa è tutta un’altra storia.

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