Carlotta Viara |
Interessante contributo promosso da Torino Viva, Laboratorio Civico Torino ed Osservatorio 21 in tema di nuove proposte per il recupero di Torino Esposizioni (http://www.ecograffi.it/2020/07/una-call-sul-futuro-di-torino-esposizioni/).
Relatori il Prof. Ing. Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino ed il Prof. Arch. Giovanni Durbiano, docente presso il DAD (Dipartimento di Architettura e Design) del PoliTo. Moderatore il Presidente di Torino Viva, dott. Giorgio Diaferia.
Con la denominazione “Torino Esposizioni” si intende il complesso di edifici che sorge, limitrofo alla stupenda cornice del parco del Valentino, nello storico quartiere di San Salvario.
Progettato nel 1938 ed originariamente utilizzato per le sfilate di moda, questo archetipo di modernità (temporibus illis), capolavoro di purezza delle geometrie, ha subito, nel corso dei decenni, varie trasformazioni strutturali e di destinazione finché, dopo leOlimpiadi invernali del 2006, inesorabile, il declino.
I progetti di riqualificazione avvicendatisi negli anni sono rimasti nel cassetto e l’incuria ed il degrado la fanno ormai da padrone; eppure, per la sua ubicazione privilegiata e la sua peculiare fisionomia, è un’area dismessa che trasuda di potenzialità, su cui il prestigioso Ateneo ha puntato da tempo l’attenzione per insediarne l’headquarter della facoltà di Architettura (attualmente “sparpagliata” per la città).
In tale direzione si stanno muovendo le esplorazioni progettuali del gruppo di studenti, dell’ultimo anno del DAD, capitanato dal Prof. Durbiano: una sfida avvincente per la creazione di un polo culturale in senso lato, che valorizzi appieno dimensione architettonica e fruibilità pubblica degli spazi, in un’alternanza di agili “soluzioni” fisse e versatili ateliers temporanei.
Una sorta di agorà del XXI secolo (con tanto di stoà sotto le belle volte del Nervi), in cui la duttilità d’impiego, che scaturisce dalla fluidità fisica e concettuale dei luoghi, funge da fattore aggregante, a beneficio collettivo.
Tramontata l’ipotesi della riconversione del sotterraneo Morandi quale fulcro del campus (atteso l’esito negativo dell’analisi costi-benefici), si alza ora una ventata di freschezza con la rassegna di briose prospettazioniincentrate: sulla ristrutturazione dei rimanenti padiglioni (con focus sullo strategico pad. 2), sul trasferimento in loco della Biblioteca civica, sul remaquillage del Teatro Nuovo.
Prefigurazioni che ridisegnano il Masterplan 2014, in termini di una migliore sostenibilità degli interventi ed in seno ad uno strutturato piano di recupero “a fasi” di questo ideale baricentro urbano tra il distretto universitario umanistico (nord) e quello medico-scientifico (sud).
Quanto ai costi stimati, sorprende che, rispetto ai numeri diffusi dalla stampa, si attestino quasi dimezzati, aggirandosi sui 45 milioni di euro.
Comune, Università, Politecnico i principali candidati finanziatori ed attori comprimari ai tavoli istituzionali, in uno scenario articolato in cui l’armonica composizione delle molteplici istanze in gioco rappresenta l’aspetto più arduo della questione.
Urge un cambio di marcia perché la progettualità maturi nella decisione – tanto attesa – di “inizio lavori”, così ingenerando il circolo virtuoso del rinnovamento:per restituire decoro e dignità ad un pezzo di storia cittadina, ma, soprattutto, per riconsegnarci la Torino che meritiamo.