A dare per primo la notizia è stato un cronista, uomo in carne ossa e taccuino. Ma proprio Geoff Baker, reporter del Seattle Times, potrebbe essere in futuro la “vittima” ideale della rivoluzione che ha raccontato solo pochi giorni fa sulle colonne del suo giornale.
Microsoft, il colosso mondiale dell’informatica che fattura 125 miliardi di dollari all’anno, ha annunciato giovedì 28 maggio il licenziamento di 50 giornalisti che curano i contenuti del suo portale msn.com.
A prendere il loro posto dal 1 luglio saranno gli algoritmi di un software dotato di intelligenza artificiale: scandaglierà la rete alla ricerca di notizie di tendenza, scegliendo tra quelle fornite dai partner editoriali di Microsoft.
Un algoritmo al “desk”
Toccherà così all’intelligenza artificiale non solo decidere quali fatti e accadimenti hanno i requisiti per diventare “notizie” ma anche scrivere i titoli e scegliere fotografie e infografiche da accompagnare all’articolo.
Insomma, un lavoro di desk a tutto tondo basato però su quello che potremmo definire senza sbagliarci troppo un copia-e-incolla ipertecnologico.
Per la società la decisione rientra nelle normali pratiche di gestione aziendale. «Valutiamo regolarmente la nostra attività e sulla base dei risultati decidiamo se e dove implementare gli investimenti o riposizionare le risorse» ha spiegato al Seattle Times un portavoce di Microsoft.
Che ha anche precisato che i mancati rinnovi contrattuali ai 50 giornalisti non hanno nulla a che fare con la crisi legata alla pandemia da Coronavirus.
La macchina sa leggere e scrivere
Una evoluzione logica, dunque, per chi come msn.com aveva iniziato la sua presenza online offrendo contenuti originali e link a notizie sportive e previsioni del tempo. Sei anni fa la prima svolta: da creatore di contenuti ad aggregatore di notizie comperate da altri siti, con tanto di licenza per la ridistribuzione. E oggi l’addio ai giornalisti per far spazio al software.
Microsoft, però, non è la prima azienda a rivoluzionare il suo settore contenuti. Dal 2014 l’Associated Press, tra le prime agenzie di stampa internazionali con più di 4mila dipendenti, utilizza Wordsmith, un algoritmo capace non di aggregare con il paste & copy ma di scrivere da solo. E non sono poche le riviste di ICT convinte che sarà lui (o lei se la consideriamo “macchina”) uno dei prossimi vincitori del Premio Nobel.
«È demoralizzante pensare che le macchine possano sostituirci – ha detto a Geoff Baker uno dei cronisti licenziati da msn – ma i giochi ormai sono fatti». Alla Microsoft già oggi, nelle altre redazioni, forse, è solo questione di tempo.
Per approfondire leggi l’articolo di Geoff Baker su The Seattle Times