JB | Saranno Italia e Gran Bretagna a organizzare la Cop26 del 2020, la conferenza annuale dell’Onu sul clima. Ad annunciarlo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in un video messaggio diffuso su facebook.
Una decisione a metà, visto che entrambi i paesi erano candidati a ospitare la Conferenza. Arrivata al termine di un negoziato, che ha portato a una divisione di ruoli. «L’Italia ospita la pre-Cop – ha detto il ministro – il lavoro di preparazione che si fa circa due mesi prima, ed è la base tecnica e politica per arrivare alle decisioni della Cop».
Oltre ai lavori preparatori, in Italia si terrà anche la Youth Cop, la Conferenza dei giovani. Spiega sempre il ministro Costa: «noi abbiamo chiesto e ottenuto nel negoziato di fare una Youth Cop: i giovani verranno in Italia da tutto il mondo e, per la prima volta nella storia della Conferenza, abbiamo ottenuto che le loro decisioni e valutazioni facciano effettivamente delle decisioni finali».
La candidatura italiana era stata formalizzata a dicembre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’idea era quella di avere una pre-Cop a Palermo e la Conferenza vera e propria a Milano. Ma, se non a penalizzare, certamente a rallentare la corsa dell’Italia sono state quelle che la BBC definisce le “posizioni non sempre in linea con la salvaguardia dell’ambiente” esternate dalla Lega. «Molti paesi europei – riporta la tv britannica – sono stati cauti nel sostenere l’Italia in quanto la Lega si è mostrata fortemente scettica nei confronti della scienza climatica».
Alla fine ha prevalso la linea del compromesso: il Regno Unito ospiterà il summit principale, con le delegazioni governative, le imprese e gli attivisti. All’Italia toccheranno invece gli eventi preparatori.
Resta comunque la delusione di Milano. La presidenza e l’organizzazione della Cop26 al Regno Unito «è una grande occasione persa – ha detto a la Repubblica Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente della Lombardia – l’Italia, la Lombardia e Milano avevano tutte le carte in regola per ospitare adeguatamente Conferenza. Dal ministro dell’Ambiente e dal governo ci saremmo aspettati un’attenzione e una volontà più netta di giocare fino in fondo questa partita».