Deborah Pedone | Chiunque si sia trovato per le strade di una città spagnola si sarà sicuramente imbattuto in piazze dedicate ai tori, luoghi in cui un tempo si svolgevano corride che attiravano spettatori da tutto il mondo.
Una vera e propria tradizione, quella di mettere in scena spettacoli che hanno come protagonisti uomini e tori (animali simbolo della Spagna), a dimostrazione che la natura può essere domata e, perché no, anche sottomessa.
Pamplona, dal tredicesimo secolo, è ogni anno al centro di dibattiti e discussioni, per la sua festa di San Firmìn, che dal 6 al 16 luglio trasforma la città in una gigantesca arena.
I festeggiamenti cominciano a mezzogiorno del 6 luglio, con il chupinazo, il razzo lanciato dal municipio, che segnala alle migliaia di persone vestite di bianco e rosso radunate in piazza del Ayuntamento che la festa può cominciare.
Il momento più atteso è certamente l’encierro, uno al giorno, a partire dalle 8 del mattino del 7 luglio. Ottocentoventicinque metri di percorso lungo i quali i tori vengono lasciati correre lungo le strade di Pamplona, in mezzo a turisti di tutto il mondo che, eccitati dall’adrenalina del momento, rischiano la vita. Una corsa lunga meno di un chilometro, che si conclude all’interno dell’arena, dove i tori vanno incontro al loro destino,in una corrida in onore di San Firmìn, spesso dopo aver lasciato qualche ferito lungo il tragitto.
Nonostante l’adesione di migliaia di cittadini e turisti ai festeggiamenti, la manifestazione, ogni anno, spacca in due l’opinione pubblica. Molti, infatti, sostengono che la festa del patrono della città di Pamplona sia molto di più che una sfrenata corsa per le strette vie del centro: è l’occasione per riversare sugli animali ogni atrocità.
Per la cronaca, il primo encierro ha fatto registrare cinque feriti, con una persona letteralmente incornata da un toro in corsa.
Quest’anno, però, la Festa di San Firmino è diventata anche simbolo della lotta alla violenza sulle donne, dopo il caso di stupro di una ragazza durante i festeggiamenti nel 2016. Con lo slogan «Hermana yo te creo» “sorella io ti credo” il 4 luglio è stata organizzata infatti una fiaccolata tra le vie della cittadina e sono state lanciate campagne pubblicitarie per una “Pamplona senza aggressioni sessuali”. Le forze dell’ordine hanno attivato un numero verde per le richieste di aiuto e creato un’app per i cellulari.
Come se garantire la sicurezza durante le manifestazioni degli degli animalisti non fosse già abbastanza faticoso.