Eleonora Altieri | È all’insegna dell’innovazione ambientale il nuovo bando della Città di Torino. AxTo dà l’opportunità, a imprese e organizzazioni, di sperimentare idee e progetti che si basano sull’economia circolare e sulla condivisione.
La sperimentazione, che può durare al massimo nove mesi, sarà in parte finanziata dal Comune e sarà realizzata grazie ai Living Labs, spazi aperti in cui verrà messo testato il prodotto o il servizio.
Saranno quindi cittadini e consumatori a decidere se il progetto potrà diventare realtà, estendendolo, magari, a tutto il territorio.
Il bando scade il 23 luglio: possono partecipare imprese associate con università e centri di ricerca o con associazioni territoriali. Se si ha una buona idea ma non il partner AxTo -attraverso appositi incontri- farà da collegamento con altre aziende per permettere a tutti di partecipare.
Anche i Living Labs sono in prova: l’obiettivo è trasformare tutto il territorio torinese in un living lab permanente e sempre “aperto”, così da creare un’opportunità continua di migliorare l’ambiente. «Innovazione ambientale significa anche innovazione sociale, questa iniziativa serve anche a riqualificare alcune aree torinesi e a sensibilizzare sempre di più i cittadini su questi argomenti» sostiene l’assessore all’Innovazione Paola Pisano.
Il nostro mondo vive già di economia circolare e di condivisione. Nell’economia circolare oggetti e servizi vengono pensati e creati in modo da non produrre scarto: si sa già come utilizzare nuovamente il prodotto, per esempio riparandolo, riciclandolo o utilizzandolo in maniera diversa. Pensiamo alle autodemolizioni in cui vengono rivendute, e quindi riusate, parti di auto.
Nell’economia di condivisione, o sharing economy, chi possiede qualcosa permette ad altri di usarlo: l’oggetto diventa un servizio. Basti pensare ad “Airbnb”, dove tutti possono mettere a disposizione la propria casa, o “Blablacar”, che dà la possibilità di condividere un il viaggio in auto con altre persone.
Quest’iniziativa vuole anche diffondere l’idea che questi non sono modelli alternativi ma modelli su cui si può basare un’intera società, che servono a migliorare la qualità dell’ambiente e quindi la qualità della vita.