Deborah Pedone | Ciò che nell’economia lineare viene etichettato come rifiuto, nell’economia circolare può essere riciclato e recuperato, per essere reinserito nei processi di produzione. Si parla perciò di economia a basso impatto ambientale. Due concetti, quelli di “economia” e “ambiente” che nel pensiero comune difficilmente si conciliano ma che nell’economia circolare diventano complementari.
Parte da questa riflessione la terza edizione del Festival dell’economia circolare, inaugurato il 23 maggio alla Open Incet di Torino e aperto da un summit sul ruolo delle città nello sullo sviluppo di un’economia circolare.
La città è, per definizione, il luogo dell’anti-ecologia? Il 54% della popolazione mondiale vive in aree urbane e questa percentuale aumenterà. Cosi come anche la pressione che le città in crescita possono esercitare sull’ambiente: basti pensare al problema del consumo di suolo. Secondo i rapporti di Legambiente, negli ultimi anni, si è comunque registrato un miglioramento, grazie agli interventi sulla depurazione delle acque, realizzazione di piste ciclabili e, soprattutto, sulla gestione dei rifiuti.
All’incontro di inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Torino Chiara Appendino, l’assessore all’ambiente Alberto Unia e Pinuccia Montanari, assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale.
A Torino i progetti di economia circolare non mancano. Come spiega Alberto Unia, la città della Mole è un «work in progress». Due, su tutti, gli esempi: l’applicazione mobile “Junker” che permette ai cittadini di avere maggiori informazioni sulla raccolta differenziata e i mercati circolari che permettono di ridistribuire il cibo invenduto a Porta Palazzo.
«Dobbiamo superare la logica che i rifiuti sono scarti, noi proprio su questo stiamo lavorando nella Capitale» spiega l’assessore Pinuccia Montanari, «per farlo siamo ripartiti dalla discarica Malagrotta, fino ad arrivare alla delibera del 30 aprile 2017 aprendo l’ottica all’economia circolare».
Circonomia proseguirà il 25 maggio e il 5 giugno tra Piemonte e Lombradia, portando con sé il concetto di casa comune che lo contraddistingue, luogo in cui potersi incontrare e confrontare sulla buona economia.