Deborah Pedone | Il 5 dicembre la fondazione MedAcross ha presentato i primi risultati del progetto di assistenza sanitaria e sociale avviato da circa un anno a Kawthaung, cittadina nell’estremo sud del Myanmar, al confine con la Thailandia. Le zone decentrate del Paese sono fortemente a rischio: la malnutrizione è sicuramente il problema principale, ma sono largamente diffuse anche malattie come TBC, malaria e soprattutto HIV, legata al traffico degli esseri umani, in particolare delle ragazze.
MedAcross è una Onlus torinese attiva dal 2016 che lavora nei Paesi in via di sviluppo, per portare cure gratuite alle persone in difficoltà, occupandosi della formazione del personale sanitario: dall’insegnamento della lingua inglese (in quelle zone sconosciuta) fino all’attivazione di programmi di insegnamento medico. «Un gruppo di amici, convinti che la cura debba essere un diritto umano» secondo Gabriella Buono, vicepresidente dell’associazione.
Il progetto ha preso le mosse in Somalia, dove MedAcross ha dato vita ad un ospedale pediatrico, che nel giro di quattro anni ha fornito cure gratuite a più di 55.000 bambini e che oggi continua a essere un punto di riferimento sanitario per il Paese. E’ questo il grande obiettivo che i medici di MedAcross stanno perseguendo anche in Myanmar. Un primo passo è già stato mosso: grazie al supporto di Specchio dei Tempi, infatti, è nata una clinica di salute di base, rivolta prevalentemente ai bambini ma attrezzata anche per aiutare gli adulti.
A sostegno di MedAcross alcune case di cura del Piemonte forniscono assistenza finanziaria e attrezzature, macchinari obsoleti per i nostri standard, ma fondamentali per una realtà come quella del Myanmar. La Onlus è impegnata anche in un progetto umanitario finalizzato alla salvaguardia di ragazze e bambine dallo sfruttamento sessuale e dal traffico di esseri umani.